Vendita di pesce “infetto” a Torre Annunziata: l’udienza slitta a luglio

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È slittata a luglio l’udienza del processo davanti al Tribunale oplontino che vede imputate 21 persone nell’inchiesta sulla vendita di pesce “infetto” a Torre Annunziata.

Si tratta di un’inchiesta, coordinata dalla Procura oplontina, incentrata su una vera e propria “associazione” di rivenditori di pesce e frutti di mare nocivi per la salute dei consumatori. La rete era dedita alla commercializzazione di sostanze alimentari pericolose, quindi, poiché i prodotti erano stati precedentemente immersi nell’acqua di mare prelevata dal porto di Torre Annunziata. Dalle indagini scattò un blitz dei carabinieri il 18 novembre 2011.

L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Marcello Rescigno, ed eseguita dai carabinieri del Nas fece finire in carcere Giovanni Guarro, 54 anni, soprannominato “Giannino ‘o suricillo”, titolare dell’omonima pescheria, e agli arresti domiciliari il figlio Pasquale, 37 anni, il fratello Domenico, 58 anni, e il nipote Pasquale, 35 anni, tutti gestori della società “Onda Azzurra”. Ai domiciliari finirono anche Arcangelo D´Ambrosio, 35 anni, legale responsabile della società, e Luigi Pagano, 45 anni, liquidatore della ditta “Guarro srl”. Furono indagati a piede libero anche venditori ambulanti, addetti al carico e scarico della merce, proprietari di motopescherecci e titolari di pescherie, individuati grazie ad un’attività investigativa durata due anni, basata anche su intercettazioni telefoniche.

Tra i capi d’accusa anche la frode in commercio, avendo venduto per fresco pesce in realtà congelato, traendo con ciò in inganno il consumatore finale circa l’origine, la provenienza, la qualità e la quantità dell’alimento acquistato. I rivenditori, inoltre, vendevano anche i datteri di mare, la cui pesca è proibita, favorendo il fenomeno della pesca illegale degli stessi molluschi con gravi e duraturi danni all’ecosistema marino, e catturavano pesce con tecniche vietate come la “pesca a strascico” in acque ad alto inquinamento e sottoposte al divieto di pesca (porto di Torre Annunziata e presso la foce del Sarno). Il pesce veniva poi conferito per la successiva commercializzazione alla società “Onda Azzurra” di Torre Annunziata. In particolare, in più occasioni i prodotti ittici sequestrati risultavano dalle analisi effettuate positivi rispetto alla presenza del batterio denominato “Escherichia Coli”.

Nell’inchiesta è finito anche Nunzio Salerno, maresciallo capo dei carabinieri in servizio presso il comando militari per la tutela della salute Nas, che avvisò Pasquale Guarro degli imminenti controlli, il quale riuscì a sottrarre al sequestro i prodotti ittici non idonei al consumo umano.

Alla sbarra ci saranno anche Salvatore Visone e Giuseppe Lucibelli: il primo nella duplice veste di comandante pro tempore della polizia municipale del comune di Torre Annunziata e di dirigente del II dipartimento dell’amministrazione comunale di Torre Annunziata, il secondo nella sua qualità di responsabile dell’Unità Operativa Veterinaria distretto n. 56 dell’Asl Na3 Sud. I due omisero, dal 2006 al 2010, di compiere alcuna attività di controllo sul commercio abusivo nell’area del mercato ittico. Lucibelli, inoltre, dopo i primi sequestri del 2009, emise parere favorevole per la riapertura di molte pescherie finite sotto inchiesta della Procura nel 2011.

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