Allarme amianto all’interno del parcheggio vigili a Ercolano. Teatro della pericolosa vicenda l’ex clinica Cataldo, edificio che dovrebbe ospitare la nuova caserma dei carabinieri e che sorge proprio alle spalle dell’attuale presidio di polizia locale. Nell’area in questione da sempre i caschi bianchi sostano le proprie autovetture e nonostante i divieti di accesso è consuetudine dei giovanissimi abitanti del posto trasformare la vecchia struttura in luogo d’incontro notturno o “ludoteca” diurna. La gente si chiede sbigottita come mai solo adesso il perimetro sia stato interdetto al pubblico e come si sia permesso ai vigili per anni di orbitare intorno ad una struttura dai gravissimi rischi per la salute. “ In qualità prima di medico e poi di rappresentante politico – ha dichiarato l’esponente del PDL Aniello De Rosa – chiedo che venga fatta immediatamente chiarezza su una questione che preoccupa seriamente i residenti. Quando si parla di amianto non si scherza : i rischi per la salute derivanti dal contatto con questo materiale sono altissimi e per tanto occorre agire in tempi rapidissimi per fare chiarezza su un episodio quanto meno anomalo. Ci chiediamo come per anni si sia concesso ai vigili di transitare nella zona per non parlare poi dei bambini che da sempre hanno usufruito del sito a qualsiasi ora del giorno. Sarebbe opportuno nominare immediatamente una commissione d’inchiesta per individuare eventuali responsabilità da parte di chi è istituzionalmente preposto al monitoraggio degli edifici pubblici. Mi auguro che il primo cittadino Vincenzo Strazzullo si attivi immediatamente tranquillizzando i residenti e chiarendo esaurientemente una vicenda che non fa onore alla città”. Ennesima anomalia su territorio ercolanese : ma con la salute dei cittadini non si scherza . La parola passa ora al sindaco Strazzullo e al dirigente della polizia locale Francesco Zenti che dovrà certamente fornire informazioni indispensabili a comprendere l’improvvisa comparsa in zona di “un segnale di pericolo” che getta i residenti nel panico.
Alfonso Maria Liguori