Tracollo di consensi del Pd a Ercolano. Tale defezione sarebbe in buona parte determinata dall’eccessivo attendismo e dall’immobilità operativa del primo cittadino Vincenzo Strazzullo. Troppo lontana la figura del camice bianco ercolanese dal “salvatore della patria” che in periodo elettorale i cittadini credevano di aver trovato in un politico ercolanese doc e quindi sulla carta profondo conoscitore delle problematiche comunitarie. Si rimprovera al premier del Pd di essersi di fatto circondato sempre delle “stesse persone”, di aver impedito ai giovani esponenti politici del posto affermatisi con grande consenso alle urne di emergere, di contribuire concretamente al rilancio socio economico di un paese alle corde. E no, proprio la vecchia classe dirigente non ci sta a lasciare le consegne alle “nuove generazioni” : forse si è talmente assuefatta agli ambienti comunali da non poterne fare a meno ignorando sistematicamente la voglia di “operare” e la professionalità dei giovani ma motivatissimi amministratori. Eppure non erano mancati segnali positivi : il capo gruppo del Pd Luigi Fiengo aveva infatti ufficialmente chiesto che venisse dimezzato il compenso riconosciuto ai consiglieri comunali e alla giunta. Segnali importanti , significativi data la spaventosa recessione in atto a livello europeo. I residenti si allontanano dalla scena politica avviliti dall’assenza delle istituzioni locali : troppe le promesse disilluse, i progetti rimasti sulla carta per essere ancora credibili agli occhi di un elettorato ormai rassegnato e demotivato soprattutto tra le file del Pd. Pensare che il plebiscitario consenso ottenuto alle urne dai fedelissimi di Bersani aveva fatto sperare in un potenziamento notevole dell’assetto comunitario e invece oggi la società civile si ritrova a contare i cocci sterili di un governo locale che proprio non fa nulla per entrare in sintonia con le reali problematiche indigene.
Alfonso Maria Liguori