Prime vittorie contro il consorzio di bonifica del Sarno per Santa Cascone, presidente dell’associazione Territorio Libero, e Raffele De Gennaro, consigliere comunale per Alternativa Pompeiana. Dopo anni di contestazioni da parte dei cittadini sulla obbligatorietà del tributo, tre sezioni della commissione tributaria di Salerno hanno riconosciuto in numerose decisioni l’illegittimità del potere impositivo dell’ente nocerino, condannandolo alle spese. I problemi, però, non sono finiti. “Da anni – afferma Santa Cascone – la regione Campania boccia i documenti prodotti dal consorzio e l’ultimo piano di classifica presentato dall’allora commissario Marotta venne rigettato nel 2008, perché la relativa approvazione era di competenza della gestione ordinaria e non commissariale, coinvolgendo le amministrazioni locali. L’amministrazione interna assicura che a breve vi sarà un nuovo piano di classifica di cui è incaricato un ufficio interno. Ma intanto perché si sono pagate consulenze d’oro con singoli professionisti dell’agro e emeriti professori universitari e perché – prosegue la Cascone – il direttore generale, ing. Daniele, che è responsabile del settore tecnico, ha ritenuto oggi il proprio settore in grado di svolgere detti compiti dopo aver sottoscritto e approvato decine di consulenze e incarichi esterni?”. L’ente sarebbe nella bufera. L’anno scorso il presidente Montoro, dimettendosi, avrebbe denunciato pressioni sulla sua opera di risanamento della spesa e avrebbe definito il consorzio un “carrozzone politico”. Il suo sostituto, Ruggiero, rinunciando, avrebbe accusato la dirigenza interna di ostruzionismo e segnalato la cattiva gestione dei beni aziendali. L’ente è attualmente retto da un presidente f.f. in attesa di una nuova nomina; nomina su cui graverebbe il tentativo di commissariamento da parte della regione. Tale atto è al momento sospeso al TAR di Napoli; una decisione che ha deluso molti contribuenti. Intanto si prospettano nuovi fronti di contenzioso. A essere contestata non sarebbe solo la tassazione ma anche le relative modalità. “Si utilizza – ricorda Cascone – la stessa società di riscossione degli anni scorsi ma stavolta attraverso l’intermediazione di una società, Campania Bonifiche srl, di cui è amministratore delegato quello stesso Marotta, commissario del consorzio, che all’epoca diede l’incarico a quella società consapevole – sostiene Cascone – che non avesse i requisiti di legge. Infatti in questa confluì la Ge. Fil di Padova, che era la precedente società esattoriale, con una procedura in cui era l’unica partecipante alla gara realizzata dal direttore dello stesso consorzio di Nocera, ing. Daniele. La conseguenza è stata – conclude Cascone – che, con le ingiunzioni esattoriali, i costi di riscossione, come è accaduto a me, sono tre volte superiori allo stesso contributo consortile”.
Claudia Malafronte