La bandiera nera continuerà a svettare sul litorale oplontino: secondo l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania il mare torrese è ancora profondamente inquinato.
L’analisi, condotta per l’assessorato regionale alla sanità, ha analizzato i vari tratti del litorale destinati comunemente alla balneazione, arrivando a definire la qualità delle acque come “scarsa” quindi vietata.
Un divieto che sussiste dal lontano 1973 quando ancora a Torre Annunziata imperversava il colera. Quaranta anni in cui tale divieto ha distrutto lentamente l’economia turistica torrese che, negli anni cinquanta e sessanta, aveva ospitato centinaia di bagnanti dell’entroterra vesuviano vantando celebri visitatori come Vittorio De Sica, Dino De Laurentiis, Totò, Eduardo De Filippo e non solo. Un cancro, quello dell’inquinamento, che ha corroso le fondamenta della cittadina torrese, facendola sprofondare nell’oblio della memoria, trasformandola da meta turistica a esemplificazione di avvelenamento ambientale.
Recentemente si è cercato di porre rimedio a tale situazione, attuando una politica di bonifica del fiume Sarno, corso d’acqua più inquinato d’Europa, con l’aggiunta dell’attivazione del collettore fognario, costruito negli anni ottanta e solo ultimamente entrato in funzione, che purtroppo non hanno portato i risultati sperati.
Difatti, nonostante le suddette azioni di disinquinamento, il mare ha bisogno di molto più tempo per potersi disintossicare dai milioni di colibatteri fecali presenti al suo interno. La speranza, quindi, ricade sul 2014, l’anno dove ci si augura che la bandiera nera, indicante il divieto di balneazione, possa raccogliere il colore del mare, divenendo finalmente blu.
Marco Seppone