Promette battaglia la città, così come dimostrato negli scorsi mesi alla paventata chiusura, diventata ufficiale nei giorni scorsi, del tribunale e dell’ufficio giudici di pace. Il 30 maggio sarà l’ultimo giorno di udienze nel palazzo di giustizia di via Vittorio Veneto mentre, se non ci saranno rilevanti novità dal punto di vista istituzionale, i giudici di pace traslocheranno dalla città dei Lattari già il prossimo 28 aprile. L’”addio alla giustizia” è dovuto all’ultimo decreto della “spending review” approvato dal governo Monti, con l’obiettivo di risparmiare i costi per cancellieri, edifici e personale vario. A differenza delle sedi di Castellammare, Sorrento e Torre del Greco però (che traslocheranno comunque a Torre Annunziata entro settembre), non è stato possibile avvalersi della procedura di proroga per Gragnano. Il motivo? La sezione di via Vittorio Veneto è situata in un edificio di proprietà privata e, quindi, il Ministero della Giustizia ha predisposto l’impossibilità di pagare altri stipendi. L’ufficialità della chiusura di palazzo di giustizia è arrivata nei giorni scorsi, attraverso una nota firmata dal presidente del tribunale di Torre Annunziata, Alfonso Barbarano. La città intanto si mobilita. Ieri mattina si è svolto un incontro tra i membri del comitato “Gragnano non può chiudere” e le altre associazioni. “La notizia – afferma il portavoce Giuseppe Di Massa – ci riempie di delusione e di rabbia. Non potremo, forse unici in Italia, neanche usufruire della proroga accordata alle altre sedi periferiche perché manchiamo di un requisito indispensabile, in quanto i locali non sono di proprietà pubblica. A questo punto – continua – non possiamo non tornare col pensiero a quando l’allora amministrazione Serrapica decise di cambiare la destinazione dell’ex monastero di San Michele da cittadella giudiziaria a sede improbabile del Comune. Oggi non saremmo in questa situazione senza uscita”. I comitati accusano invece tutti i sindaci del comprensorio in merito alla questione giudici di pace. “Negli ultimi mesi è stata evidente – affermano – la svogliatezza dei Comuni interessati a trovare i tempi e i modi per evitare l’ennesima umiliazione al nostro territorio. Non sono servite le pacifiche fiaccolate e le raccolte di firma – continuano -, che pure in democrazia dovrebbero pesare sulle scelte degli amministratori”. Intanto si studiano le prossime mosse per manifestare il malcontento di una intera città. Al vaglio dei comitati c’è il blocco pacifico delle principali strade di Gragnano, ma non sono escluse altre clamorose iniziative di protesta che verranno messe a punto nei prossimi giorni.
Francesco Fusco