Giorgio Napolitano è stato eletto per la seconda volta Presidente della Repubblica con 738 preferenze dal Parlamanto in seduta comune e dai rappresentanti delle Regioni. Lo spoglio si è appena concluso, ma per Napolitano era già partito un lungo applauso al raggiungimento dei 497 voti con gran parte dei parlamentari in piedi che hanno così accompagnato la lettura dei voti sino al raggiungimento del quorum di 504 voti che rappresentano la maggioranza assoluta dalla terza votazione in poi.
Sul Capo dello Stato uscente sono confluite le preferenze di Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega Nord, dopo che erano stati bruciati i nomi di Marini e Prodi.
M5S e Sel, invece, hanno continuato a votare per Stefano Rodotà.
I partiti, in una situazione politica incerta, non sono stati capaci di trovare un accordo sul nome del nuovo inquilino del Quirinale. L’unica soluzione possibile sulla quale si è trovata una convergenza è stata la riconferma di Giorgio Napolitano.
Il Presidente aveva in più occasioni dichiarato di non essere disponibile ad una riconferma e solo nel primo pomeriggio di oggi si era detto disponibile a continuare il suo impegno al Quirinale come richiestogli per l’ennesima volta anche dal Presidente del Consiglio Mario Monti e dai partiti maggiori.
Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, un Capo dello Stato inizia un secondo settennato al Colle.
Ora, tra le proteste dei grillini che gridano al colpo di stato, c’è da attendersi il tentativo proprio di Napolitano di creare un governo politico di “larghe intese” con alla guida un uomo che lo stesso Presidente sceglierà. Si fa già il nome di Giuliano Amato.
Si potrebbe dire “tanto rumore per nulla”. Dopo due mesi dalle elezioni e dopo diversi “morti, feriti, delusi e trombati”, ci ritroviamo nuovamente con un passo indietro.
Un anno davvero strano in particolare per gli italiani. Per la prima volta 2 Papi a Roma, mentre sull’altra sponda della capitale, per la prima volta, 1 Presidente.