Con un comunicato stampa il gruppo “L’Italia S’é Desta – Comitato liberi pensatori cavesi” ha così stigmatizzato il momento politico che la destra a Cava de’ Tirreni ed in particolare Fratelli d’Italia sta attraversando. Di seguito il testo del comunicato:
L’Italia s’è desta… e si sono destati anche i neo consiglieri di Fratelli d’Italia. Peccato però che il programma del 2010 lo ha presentato il sindaco Galdi…ed anche loro. Peccato che anche loro sono i responsabili ed i protagonisti di quello che oggi denunciano e cioè: “strade colabrodo, trasporti ai minimi termini, viabilità ingolfata, commercio che langue, microcriminalità in aumento, uffici comunali paralizzati, case popolari in parte consegnate e già disastrate, sottovia fermo al palo, frazioni abbandonate, vie sporche e chi più ne ha più ne metta”. Troppo comodo accorgersene solo ora e guarda caso quando il capo, cambiando casacca, li ha richiamati all’ordine e come soldatini sono scattati sull’attenti. Se veramente fossero uomini e cittadini, come dicono, prendessero atto del loro fallimento e si dimettessero tornando alle rispettive professioni. Troppo comodo fare lo scaricabarile. Hanno ragione quando dicono che la città: “…non meriti questa classe dirigente, ma il popolo cavese ha la tradizione, la cultura, la civiltà, per generare una classe politica di qualità, che sappia riportare all’antico splendore la ormai spenta città di Cava de’ Tirreni”; hanno dimenticato però che loro erano o meglio dovevano essere la nuova classe dirigente, così come si sono presentati agli elettori che li hanno pure votati. Per la verità Germano Baldi era addirittura un candidato nelle liste a sostegno di Gravagnuolo ed oggi ha la faccia tosta di parlare da capogruppo di FdI. Degli altri che dire…anzi chi li ha mai sentiti parlare in Consiglio comunale, di cosa si sono mai occupati? Cosa hanno fatto di buono per la città? Aspettiamo ancora di saperlo. Facciano uno sforzo di dignità, prendessero atto del loro fallimento e ritornassero a casa. Di trasformisti, nani, ballerine e incapaci la città non sa che farsene.
L’Italia s’è desta