Cosentino, proseguono all’unisono i tre esponenti di palazzo Madama: “resta in carcere per i suoi legami non già con la criminalità organizzata, quanto con i sindaci e gli amministratori locali che continuano a garantire al Popolo della Libertà un eccellente risultato elettorale”. Particolarmente grave, ribadiscono ancora i senatori del Pdl: “è stata ritenuta, infatti, la presenza degli amministratori e dei politici alla conferenza stampa dell’ex Sottosegretario e tanto basterebbe per comprovare il paradigma illogico che il potere politico di Nicola Cosentino possa trasformarsi in potere messo a disposizione dei clan camorristici”.
“Senza uno straccio di prova, nel mentre in tribunale si svolgono i processi per accertare la verità delle accuse mosse contro Cosentino – rincarano la dose D’Anna, Langella e Milo – a questi viene negata la possibilità di potersi difendere da uomo libero per il solo fatto che tuttora gode di stima e considerazione all’interno del partito che per anni ha organizzato e guidato in Campania”.
“Il caso ormai travalica la vicenda personale e mette a nudo lo stridente conflitto tra l’ordine giudiziario ed il potere politico che è ritenuto apoditticamente criminogeno soprattutto quando si traduce in consenso per il Pdl” concludono i senatori.