In una sala consiliare non pienissima ma caratterizzata da una maggioranza di presenza giovanile, ha avuto luogo l’evento sulla legalità, organizzato con il patrocinio dell’Ente dall’associazione Lucincittà, nata ad opera di alcuni giovani membri del movimento internazionale “Giovani per un mondo unito” (GMU), che hanno invitato tutti i presenti a Caserta per il prossimo Luglio (dal 29 Luglio al 2 Agosto) per partecipare alla fase conclusiva del progetto nazionale sulla “Legal-ITA”. Il tema scelto dai giovani è stato “il pizzo”, approfondito dall’intervento del giornalista e scrittore siciliano Roberto Mazzarella, autore del libro “L’uomo d’onore non paga il pizzo” (ed. Città Nuova), dall’imprenditore Salvatore Cantone fondatore dell’Associazione Antiracket e Antiusura “Domenico Noviello”, che ha comunicato la crescita del numero di esercenti e imprenditori che lottano il pizzo vincendo la paura, e dal magistrato Francesco Abete.
“Dico sempre che non sono un moralista e che la mafia non mi interessa. E anche che quando parlo dell’importanza della famiglia e dell’onore, spesso in certi ambienti equivocano con la “famiglia” e l’uomo di “onore”. Un amico giornalista mi disse che non potevo essere giornalista senza calarmi profondamente nella mia terra e capii che dovevo avere un approccio anche con la questione mafia. Ma come? Ho vissuto il dolore della morte violenta di amici, di magistrati impegnati sul campo – spiega Roberto Mazzarella – ho incontrato tante persone e tanti giovani ed ho capito che la mafia non mi interessava. Non mi può interessare, mi interessa diffondere l’idea che nemmeno un caffè va preso con chi rappresenta l’illegalità. Perché, iniziando a togliere da noi stessi le piccole e grandi illegalità, parlandone in famiglia, col supporto della famiglia e della comunità, si possono conquistare i cuori ai valori della famiglia, dell’onore, della dignità, della legalità e diffondere una mentalità nuova. Ed è necessario occuparsi degli ultimi, delle persone a rischio, di quelli che possono cadere, dare risposte e speranza alle loro esigenze e crescere come comunità che vive di valori, lasciando sempre meno spazio all’illegalità di fortificarsi assoldando i più deboli. Più cresce la comunità dei valori condivisi, più si allontana l’illegalità. E’ un percorso difficile, anche doloroso, l’ho vissuto. Ma non c’è solo il Venerdì Santo come festa principale, c’è poi la Resurrezione. A Sant’Anastasia vorrei lasciare questo messaggio e proposta di impegno: andate a cercare il più povero tra voi e ridategli dignità. Fategli scoprire, all’interno di una comunità che lo sostiene sulla via della legalità, che c’è la Resurrezione”.