Uno sportello di ascolto aperto due giorni a settimana, un evento a maggio da vivere insieme in piazza, una carta dei servizi ed una “rete” da costruire, l’ex mattatoio da riqualificare come luogo di accoglienza per esperienze di aggregazione e multietniche. Sono queste le novità che ha riservato ai consoli di Polonia e Ucraina, ai docenti, agli insegnanti ed alunni, alle Caritas ed ai numerosi cittadini presenti, la tavola rotonda sul tema “ero straniero: accoglienza o diffidenza? comunque una risorsa” tenutasi presso il Centro Sociale sito in piazza IV Novembre.
Organizzato dal comune per elaborare idee e progetti a favore di una politica di accoglienza delle persone immigrate in paese dall’est Europa, l’incontro ha fornito i dati dei i cittadini stranieri in regola, illustrati dalla psicologa Filomena Carotenuto: 216 maschi, 296 donne; 264 celibe/nubile; 237 coniugati; 11 vedovi/e; 95 minori; età media 43 anni; 112 inoccupati; rumeni, ucraini e polacchi.
“Abbiamo realizzato, con modica spesa, un incontro fondamentale per conoscere prima di tutto alcuni aspetti dell’immigrazione in paese – dice la dott.ssa Paola Maria Maione, vice-segretario generale. Siamo appena al primo step, una tappa importante per sviluppare un programma a breve e lungo termine da calare sul territorio con il concorso e la collaborazione di tutti”.
Una collaborazione che, partendo dalla commissione formata dall’assessore Ciro Castaldo, dal dr. Luigi De Simone e dall’avv. Girolamo De Simone, consigliere comunale delegato alla Protezione Civile, si è arricchita con il coinvolgimento dei Dirigenti della scuola primaria e dell’I.P.C. Pacioli, nonché dei consoli della Polonia e dell’Ucraina, che hanno plaudito all’iniziativa, assicurando la loro presenza e collaborazione per sostenere l’azione amministrativa e l’integrazione dei loro connazionali.
“La paura della perdita dell’identità propria è un primordiale ostacolo, il diverso per fisinomia, provenienza, lingua e cultura – ha affermato il frate francescano Agnello Stoia – rende instabili le strutture comportamentali consolidate in un gruppo, così da dare la percezione di instabilità, di insicurezza, di incomprensione e di pericolo… Nella nostra società, poi, a causa dell’economia e della finanza, l’altro è anche percepito come la diminuzione delle possibilità di ricchezza, o di inadeguato senso di retribuzione… La normativa non realizza l’accoglienza e nel sentire collettivo esistono dei pregiudizi da superare. Ognuno di noi cerca il bene proprio e altrui, una pacifica convivenza che non si esprime solo nell’espressione della norma legale, né può bastare la riuscita del proprio nucleo familiare, se intorno vi è solo desolazione. L’amore di Dio ha creato l’uomo del nord, del sud, quello nero e zingaro, fratelli indipendentemente dal colore, dal linguaggio, dalla cultura. Può apparire romantico, o ingenuo, ma in fin dei conti il fondamento di ogni relazione sono sempre le lacrime e il sorriso, che evocano prepotentemente com-passione e accoglienza”.
“Non basta il pacco delle parrocchie, né aiutano le tante forme di assistenza non organizzata, che ha visto fallire gli obiettivi della legge 328 – dice il dr. Raffaele Cerciello, vice-direttore Caritas diocesana Nola – occorre coordinare ed mettere a sistema tutto quanto viene fatto e c’è da fare per realizzare l’integrazione degli immigrati”.
“La presentazione delle tabelle statistiche ha comportato un lavoro approfondito sulla reale situazione ed oggi abbiamo materiale, idee e proposte – spiega il dott. Luigi De Simone – da cui partire per realizzare una vera accoglienza, grazie a questa prima “rete” di operatori sociali e agenzie pedagogiche del territorio che lavoreranno con noi. L’obiettivo a breve è l’evento di maggio, in cui coinvolgere i cittadini “extracomunitari” e far conoscere reciprocamente culture, usi, prodotti tipici, arte”.
“Abbiamo avuto la possibilità di utilizzare fondi ed aprire uno sportello di ascolto – dice l’assessore Ciro Castaldo – che funzionerà due volte a settimana. La diversità è una risorsa e noi abbiamo già fatto un passo concreto a loro favore”.
“Vengo da vari convegni e incontri molto interessanti che si sono tenuti in città – dice il sindaco Carmine Esposito – e sono persuaso che c’è bisogno dell’impegno di ciascuno per cambiare la società. Partendo da se stessi, poi coinvolgendo la famiglia e la comunità, possiamo far passare i valori. Il bene comune, l’interesse del Paese, il futuro dei giovani, la politica come servizio, l’etica della responsabilità, sono diventati termini e parole vuoti. A noi resta il compito ed il dovere di impegnarci per la nostra Comunità, per il nostro Paese, con la consapevolezza di dover contare sulle nostre energie, volontà e capacità; dobbiamo scommettere sulla necessità di fare e sentirci una Comunità mettendo da parte i pregiudizi e le inconcludenti polemiche ed ambizioni personali…in gioco è il destino delle nostre vite e soprattutto dei nostri giovani. L’accoglienza del diverso è un altro valore da riscoprire e noi cercheremo di fare in modo che l’ex mattatoio sia riqualificato non più esclusivamente per gli extracomunitari ma ne amplieremo la funzione e gli scopi”.