Riti vudù per propiziare i viaggi dei corrieri di droga e denaro provento dei traffici illeciti reinvestito in Nigeria in hotel e beni di lusso. E’ quanto emerso nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura antimafia di Napoli, che all’alba hanno portato all’arresto di venti persone, tutte di origine africana. Le investigazioni, condotte dai carabinieri del Nucleo operativo di Casal di Principe, sono state avviate nel settembre 2009 e hanno permesso di individuare l’esistenza di due gruppi criminali dediti al narcotraffico in Italia, costituiti tutti da immigrati. I venti destinatari della misura cautelare sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio, evasione dagli arresti domiciliari e favoreggiamento personale. La prima associazione, capeggiata da un nigeriano 54enne, soprannominato ‘Baba Nike’, conta numerosi adepti e ha base operativa in Olanda, luogo di provenienza della droga destinata al mercato italiano, in particolar modo a quello dell’area domitia di Castelvolturno (Caserta). Cocaina ed eroina venivano trasportate grazie a corrieri che ingerivano gli ovuli contenenti la droga. Prima dei viaggi, sia in aereo che in treno, sia trafficanti che membri dell’organizzazione che li avevano assoldati eseguivano veri e propri ‘riti propiziatori’, per i quali veniva contattato un mago vudù in Nigeria per scongiurare i controlli delle forze dell’ordine e assicurare il buon esito del viaggio, considerando che la rottura degli ovuli avrebbe potuto provocare la morte del corriere.La seconda associazione, capeggiata da un altro cittadino nigeriano 51enne e attiva quasi esclusivamente a Castelvolturno (Caserta), si occupava della distribuzione della droga agli altri spacciatori, soprattutto di Roma e Napoli, oltre a gestire una notevole fetta di spaccio al dettaglio dell’area domitia. Il capo del gruppo criminale riciclava parte dei proventi dell’attività illecita trasferendo consistenti somme di denaro, stimate in oltre 200mila euro, verso il proprio Paese d’origine, la Nigeria. Qui i soldi venivano reinvestiti nell’acquisto e ristrutturazione di hotel, terreni e altri beni di lusso. Oltre al riciclaggio, nei confronti di un arrestato è stato contestato il favoreggiamento personale poiché avrebbe favorito l’irreperibilità di un connazionale, nigeriano, destinatario di un provvedimento restrittivo, mentre ad un altro indagato è stata contestata l’evasione dagli arresti domiciliari dal momento che si allontanava dalla propria abitazione per vendere droga. La base operativa della seconda organizzazione era il call center ‘Internation’ di Castelvolturno, oggi sottoposto a sequestro. Qui avvenivano gli incontri per organizzare il traffico di droga e, in alcuni casi, anche la vendita al dettaglio.