Sul posto i poliziotti avevano contattato i fratelli Barbato i quali avevano riferito che poco prima si erano presentate tre persone, a loro sconosciute, le quali, dopo averli minacciati “di non vendere più autovetture”, avevano esploso alcuni colpi d’arma da fuoco.
Gli agenti, nella circostanza, avevano effettivamente repertato un bossolo calibro 7,65 ed un proiettile inesploso dello stesso calibro, ma la versione fornita non appariva del tutto convincente.
Le indagini immediatamente attivate avevano persuaso la polizia che ad esplodere i colpi di pistola erano stati gli stessi fratelli Barbato.
Così, nella tarda mattinata di ieri, gli agenti del Commissariato frattese si sono recati nuovamente presso la concessionaria e qui hanno notato che i Barbato mostravano segni di nervosismo e di insofferenza.
Quando Giuseppe Barbato si è allontanato con la scusa di dover spostare un’autovettura, i poliziotti lo hanno seguito. L’uomo, infatti è salito a bordo di una macchina e si è diretto velocemente verso il confinante comune di Orta di Atella, ove risiede. Giunto nei pressi della sua abitazione, gli agenti lo hanno bloccato e sono entrati in casa , dove hanno effettuato una perquisizione.
E infatti, nell’armadio della camera da letto, in uso esclusivo ai due fratelli, occultata tra alcuni vestiti, avvolta in un panno di stoffa bianca, hanno rinvenuto la pistola, una calibro 7,65, con il relativo munizionamento. Entrambi i fratelli sono stati dichiarati in arresto e tradotti presso il carcere di S. M. Capua Vetere.