Pompei, conferenza stampa su “La Cartiera”: cronaca di una tragicommedia

cv 001Una conferenza stampa mossa da un nobile intento: “fare chiarezza”. Un’iniziativa voluta dal primo cittadino, per sciogliere i dubbi sulla questione del centro commerciale “La Cartiera”. Un’occasione ghiotta, gestita malissimo però. Riferire dell’incontro di ieri, equivale quasi a parlare di una tragicommedia nella quale, la trattazione di argomenti di indubbia serietà, si è unita a momenti di estremo pathos, a tratti anche comico. E nulla è stato chiarito bene o quantomeno fino in fondo da chi si era proposto di farlo. A domande precise, risposte evasive, in alcuni casi esposte in linguaggio aulico forense poco comprensibile ai più. Non era questo ciò che in tanti si aspettavano.

L’incontro, aperto al pubblico, è iniziato alle ore 11.30 circa. Ad inaugurarlo, il sindaco in persona, attorniato da un parterre di presenze stravolto rispetto a quello annunciato a mezzo di invito alla stampa. Mancavano diverse personalità: dal governatore  Stefano Caldoro al’assessore regionale al Lavoro Severino Nappi, dal consigliere regionale Fulvio Martusciello al presidente ff della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo. E neanche nessun rappresentante della Fergos. A giustificare queste vistose assenze, impegni improrogabili: questa la motivazione addotta. Un inizio, non proprio con il botto. A presenziare dunque solo il sindaco, il collegio difensivo dell’Ente Comunale e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. L’intervento del primo cittadino ha aperto la conferenza, muovendo le mosse da un punto preciso: la sentenza 365/2013 del Consiglio di Stato che ha stabilito l’abusività edilizia del centro commerciale.

Su tale questione, Claudio D’Alessio ha esordito affermando:“questa conferenza si propone di fare chiarezza sulla sentenza del Consiglio di Stato. Essa rinvia all’ipotesi di poter risanare eventuali incongruenze riscontrate. Stiamo lavorando in tal senso. Ci sono 800 posti di lavoro e circa 130 attività commerciali da salvaguardare. Noi, come amministratori comunali, confermiamo di aver appoggiato la realizzazione del centro commerciale in primis per tutelare i lavoratori dell’ex Ati Carta. Poi si sono create anche altre opportunità occupazionali. Con l’ausilio dei nostri tecnici, stiamo valutando tutte le iniziative applicabili, ma si va nella direzione di preservare i posti di lavoro nella Cartiera”. Parole che sembrano rimandare chiaramente all’idea che gli operai dell’ex Ati, stiano tutti lavorando e senza nessun tipo di problema. Peccato però che uno dei dipendenti, presente in aula, abbia gridato a gran voce che, in realtà, sono quasi tutti a casa.

Ma tornando al discorso della sentenza del Consiglio di Stato, il dato di fondo da attenzionare è il seguente: essa punta il dito contro le autorizzazioni urbanistiche rilasciate dal Comune di Pompei alla Fergos (società proprietaria del centro commerciale). Autorizzazioni, che avrebbero dovuto essere concesse solo per la ristrutturazione dei volumi preesistenti della fabbrica dismessa. Ma, invece, le parti costruite ex novo  ci sono ed  in numero vistoso. Per questo motivo il Consiglio di Stato ha stabilito l’abusività edilizia del centro commerciale. Una situazione per la quale sono in corso le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. La stessa, ha nominato un consulente esterno per passare al setaccio le autorizzazioni rilasciate dall’ente comunale alla Fergos. Un tema, quello dell’abuso edilizio, che non ha mancato di accendere gli animi di diversi cittadini presenti in aula. Per molti la sensazione è che per le incongruenze edilizie del centro commerciale ancora non si stiano fornendo le opportune risposte. E i dubbi di molti non si sono certo chiariti nell’incontro di ieri.cv 002

All’intervento del sindaco, hanno fatto seguito le tesi esposte dai sindacati di categoria, tutte confluenti nella direzione dellla tutela dei lavoratori del centro commerciale. Nobile scopo, nulla da dire. D’altronde nessuno dei presenti ha auspicato la chiusura del centro commerciale. E neanche i commercianti del centro cittadino propendono per una simile ipotesi. “Si tratta solo di una richiesta di maggiore chiarezza e legalità nella trattazione delle questioni riguardanti La Cartiera” – ha affermato Alessandro Di Paolo – continuando “la realtà del centro commerciale ormai è presente sul nostro territorio. Ma esiste anche il centro cittadino, per il quale non sono state garantite le condizioni necessarie per una equa competitività commerciale con la cittadella dello shopping. Addirittura la tariffa oraria del parcheggio del centro storico sarà prossimamente innalzata a 2,00 € . Ne “La Cartiera”, invece, ci sono circa 2000 posti auto gratuiti. Allora si sta facendo tutto il possibile per mettere in ginocchio l’economia del centro cittadino, già fortemente provata”.Un commento, quello di Di Paolo, esposto con lucida determinazione.

Dopo vari episodi di alta tensione, è arrivato il momento tanto atteso: l’intervento dell’avv. Laudadio, membro del collegio difensivo dell’Ente Comunale. Ancora una volta, oggetto di discussione, la sentenza del Consiglio di Stato. L’avvocato, che ha disquisito in uno perfetto linguaggio forense, a tratti poco comprensibile ai più, ha affermato: “Nessuno ignora la sentenza 365/2013. Essa si concentra sul fatto che ci sarebbe stata una traslazione dei volumi preesistenti della fabbrica dismessa che porterebbero a pensare che si sia trattato di una costruzione piuttosto che di una ristrutturazione. Esiste però la possibilità che consente la depurazione dei vizi del procedimento”. Dalle parole dell’avv. Laudadio si evince che le difformità ci sono e che la sentenza conceda un lasso di tempo utile per raddrizzare il tiro, corregendo le falle. Tante parole dunque si sono spese nella conferenza di stamane. Ma non sono servite a diradare le tante nubi grigie che incombono ancora sul caso “La Cartiera”.

Quella di stamane sembrava l’occasione adatta per mettere un punto fermo a una delle vicende più chiacchierate degli ultimi mesi. Ma così non è stato. La conferenza poi, si è conclusa in modo sgradevolmente frettoloso, senza dare l’opportunità alla stampa di avanzare domande. Un incontro iniziato male e finito peggio. E di sicuro chiarezza non è stata fatta. Questo l’epilogo di una giornata dalle grandi speranze.

Marianna Di Paolo

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