Scavi di Pompei:Cisl-Uil, promemoria degli sprechi per neoministro

Scavi di Pompei - via NolaNuovo ministro e nuovo copione per il MIBAC. Ma gli sprechi a Pompei rimangono come incrostazioni antiche su muri mai ritoccati. Ha colpito la visita a sorpresa a Pompei il primo maggio del neo ministro della cultura Massimo Bray, all’insegna dell’understatement con tanto di viaggio della speranza in Circumvesuviana. Inascoltati per anni su salubrità e sovraccarico di lavoro  i sindacati hanno deciso di stilare per Bray un promemoria degli sprechi pompeiani, un buon viatico per affrontare il duro lavoro nei meandri della cultura italiana. Il tour della Pompei incompiuta elaborato da Antonio Pepe (CISL)  e Maria Rosa Rosa (UIL) parte dalle archeoambulanze “ferme da un decennio e costate più di cento milioni delle vecchie lire” mentre “i prefabbricati per i nuovi uffici realizzati a San Paolino, oggi trasformati in depositi giudiziari, costati circa 2 milioni di euro e il deposito archeologico di Porta Nola tutt’ora incompiuto costato fino ad ora circa 3,5 milioni di euro (ve ne sono altri 4 milioni in programma per il completamento del primo lotto)”.

 Altri celebri casi di opere mancate sono “il serpentone in acciaio e vetro costruito e inutilizzato all’ingresso di Porta Anfiteatro che doveva servire da biglietteria, deposito bagagli e bar, costato oltre 2 milioni di euro e l’Antiquarium degli Scavi di Pompei, restaurato negli anni 80 con i fondi per la ricostruzione post-terremoto e  per i quale sono stati spesi, solo negli ultimi anni, 6 milioni di euro e mai utilizzato”. Come dimenticare, poi, il caso del restauro monstre del Teatro Grande, su cui sta indagando la magistratura, “insieme ai relativi allestimenti, usati soltanto una stagione, e che ora giacciono miseramente nei depositi, è costato oltre 5 milioni di euro e che rischiano di diventare inservibili per il futuro”. Per non parlare, poi, “del restauro di Casina dell’Aquila, che doveva ospitare un ristorante e che non è mai stata utilizzata né a questo fine né ad altri”.

Se Pompei piange Ercolano non ride: “l’Antiquarium di Ercolano, costruito negli anni 80 con fondi della Cassa per il Mezzogiorno ed allestito con fondi della Soprintendenza, per circa 5 milioni di euro e mai inaugurato”.

 Molte le opere di cui si è persa traccia:“le 25 bici e la messa in sicurezza del percorso tracciato attorno alle mura perimetrali della città antica da Piazza Anfiteatro a Villa dei Misteri sono costate trentamila euro. Che fine hanno fatto?”. Ma non sarebbe questo per Pepe e Rosa Rosa l’unico mistero irrisolto: “Che fine ha fatto anche il cantiere evento della Domus dei casti Amanti inaugurato dal Commissario Fiori insieme alla Domus di Giulio Polibio”. Oggi sono chiuse al pubblico. “Che fine hanno fatto i relativi allestimenti tecnologici e multimediali, costati anch’essi diverse centinaia di migliaia di euro?”.

 Abbandonato anche il tanto discusso progetto contro il randagismo nel sito realizzato dall’ex Commissario Fiori per cui sono stati spesi “oltre centomila euro e i cani randagi che continuano a girare indisturbati nell’area archeologica senza che nessuno se ne occupi”.

 Sotto accusa anche il celebrato Grande Progetto Pompei: “in circa due anni dall’approvazione sono iniziati appena due lavori: quelli relativi alla Casa dei Dioscuri e  del Criptoportico. Come si pensa di poter realizzare tutti i restanti 37 progetti indicati nella brochure del Grande Progetto Pompei entro i prossimi due anni? Rischiamo di perdere i fondi?”.

 Mentre gli sprechi abbondano i rischi di altri crolli aumentano: “versa in condizioni disperate  la famosissima Casa dei Vetti che con i suoi affreschi ha promosso il maggiore interesse per la conoscenza di questa antica città. chiusa  al pubblico e ingabbiata con ponteggi da 11 anni per lavori di restauro sospesi inspiegabilmente”. Ma ade essere chiuse sono alcune delle domus più importanti della città come “la Casa del Centenario e quella del Lupanare piccolo con mosaici che rischiano di svanire, come quello del Cave Canem sito nella Casa del Poeta Tragico e tante altre domus, anch’esse chiuse al pubblico”.

L’augurio, concludono i sindacati, è che “il nuovo ministro faccia chiarezza una volta per tutte e cogliamo l’occasione per chiedere un incontro urgente e per dichiarare fin d’ora la nostra disponibilità ad una fattiva collaborazione perché tutto funzioni al meglio”.

 Questo, dunque, lo sconcertante elenco di opere incompiute, sprechi e interventi urgenti e mancanti. La speranza per tutti che il ministro Bray possa mettere le mani nel fango che da anni si accumula in città. Il timore, sostenuto dalla mole della denuncia, è che si tratti di un’opera titanica, di un Davide che deve sfidare e vincere il Golia della Pompei incompiuta.

Claudia Malafronte

 

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