Pompei, il cimitero e la storia che continua. Non sembrano placarsi le polemiche per la decisione dell’amministrazione comunale che, da qui a breve, porterebbe alla privatizzazione dei servizi cimiteriali. Un provvedimento, che sarebbe solo l’ennesimo di una lunga lista di esternalizzazioni registrate, negli ultimi tempi, nella città mariana. Questa volta, nel mirino della privatizzazione, ci sono i servizi cimiteriali che potrebbero essere appaltati a ditte esterne. Ma contro la cessione ai privati di un bene di demanio pubblico come il cimitero, scende in campo un folto gruppo di cittadini. E lo fa con una petizione con la quale si chiede la revisione della normativa cimiteriale ad affidare servizi ad una gestione privata. I destinatari del documento sono: il Sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, il Segretario Comunale, l’Assessore al Cimitero prof. Manocchio e il Dirigente dell’Ufficio Tecnico Andrea Nunziata. La petizione parte dalla seguente considerazione che recita così: “il Cimitero è un bene di Demanio Pubblico e per questo di tutta la Comunità Pompeiana, e non può essere ceduto ai privati”. A partire da questa frase, nel documento, vengono evidenziati tutti i disagi che scaturirebbero da una gestione privata del camposanto pompeiano. Difficoltà, che potrebbero aumentare qualora la ditta vincitrice del bando non fosse pompeiana. Innanzitutto, pare che l’Ente Comunale voglia privatizzare la gestione dei servizi cimiteriali per 20 anni. Una scelta che induce subito ad interrogarsi sul destino degli attuali dipendenti comunali impegnati presso il camposanto. Che fine faranno? Per loro l’ipotesi del licenziamento sembra quella più plausibile. Pare, infatti, che la nuova ditta appaltante non sia tenuta ad assorbire nessuno nel proprio organigramma. Se la società privata venisse da lontano, altro timore condiviso è l’eventuale “non presenza” del personale di custodia. Si potrebbero verificare situazioni di particolare urgenza in cui i cancelli del cimitero potrebbero restare chiusi per mancanza di una figura di riferimento, addetta alla mansione. “Chi aprirà i cancelli del cimitero se la società vincitrice dell’appalto non sarà locale?“. Questa la domanda più ricorrente. Un’interrogativo giustificato visto che, più volte, il cimitero è stato aperto fuori orario per decessi accidentali o di turisti stranieri ospiti in alberghi pompeiani. Situazioni per le quali la necessità di trovare il camposanto aperto è stata fondamentale per deporre le salme nella sala mortuaria. Tutto ciò è stato sempre possibile potendo contare sulla presenza di personale di custodia pompeiano, pronto ad intervenire chiavi in mano. Nel documento inviato al primo cittadino, oltre a queste considerazioni, di natura organizzativa, ne vengono illustrate delle altre, di matrice economica. L’esternalizzazione dei servizi cimiteriali porterebbe a nuovi rincari per i contribuenti. Costi gestionali che finirebbero, sicuramente, per lievitare. Allaccio della luce, manutenzione e gestione della luce perpetua, installazione dei marmi per le tombe, pulizia e giardinaggio, esumazione e pulizia dei resti mortali ecc., tutti servizi che potrebbero costare molto di più con l’avvento di una nuova ditta. Questo è il timore più diffuso. E la storia recente pompeiana lo dimostra. Come non ricordare il caso delle “cartelle pazze” della Publiservizi. La preoccupazione è che anche per il comparto cimiteriale possa accadere qualcosa di simile. E a piangere sarebbero, ancora una volta, le tasche dei pompeiani.
Marianna Di Paolo