Marigliano: dignità, occupazione, abitazione e reddito. Il caso di Gaetano Franzese

Gaetano FranzeseParlare nel 2013 in Italia di diritto al cibo, alla salute, alla casa, della tutela cioè dei bisogni elementari di sopravvivenza e di esistenza sembra assurdo per quelle realtà sociali come la nostra che si definiscono sviluppate, avanzate e democratiche, le cosiddette “società del benessere”. Quando se ne parla il pensiero ci conduce piuttosto verso le realtà del Terzo Mondo, ogni tanto rievocate dalle pubblicità compassionevoli che trasmettendo le immagini del povero bambino nero cercano di sensibilizzare la coscienza del pubblico del Primo Mondo.

Ma oggi l’arretramento sociale è tale che si è passati anche in Italia e soprattutto al sud a rivendicare i primordiali diritti esistenziali che il movimento operaio italiano aveva conquistato nel dopoguerra attraverso le mobilitazioni in sostegno del diritto al lavoro, considerato la base della dignità dell’uomo. Si è spesso abituati a sentire casi di immigrati che vivono in condizioni di forte indigenza e non siamo abituati ad immaginare casi simili di persone che sono nate e vivono sul nostro territorio da anni. Ebbene ce ne sono tante, pure a Marigliano.

Risulta emblematico il caso di Gaetano Franzese, 58 anni, trovatosi da un anno e mezzo senza residenza e senza lavoro. Vedovo, padre di tre figli tutti sposati ma con problemi economici che cercano di aiutarlo per quanto possono, è costretto ad arrangiarsi da alcuni mesi in un locale in disuso situato all’uscita del parcheggio comunale nei pressi della vecchia stazione delle Ferrovie dello Stato di Marigliano. Tempo fa Gaetano aveva cercato ospitalità per la notte nello chalet alle spalle della Villa Comunale ma da lì è dovuto andare via a causa delle lamentele sollevate da alcuni degli anziani che frequentano la struttura e si è adeguato dormendo all’aperto. Adesso perlomeno dorme in un lettino all’interno di una umida stanzetta senza acqua né servizi igienici, un immobile appartenente alle FS occupato e ristrutturato alla buona da Gaetano che di tanto in tanto usa un fornellino da campeggio per riscaldarsi il vitto. Ha chiesto un sostegno al Comune, ai politici, agli imprenditori locali e all’assistente sociale ma l’unico aiuto che ha ricevuto finora gli è stato garantito dalla Chiesa che gli fornisce il servizio mensa per un pasto al giorno, il pranzo (servizio tra l’altro che verrà sospeso in estate).

Chiede la casa ma chiede soprattutto un lavoro per poter vivere dignitosamente e pagare magari un affitto. Ha lavorato per anni come operaio edile addetto alla stuccatura, si sente ancora forte e vorrebbe continuare a guadagnarsi da vivere con il suo mestiere ma ormai si sa quanto è difficile trovare occupazione anche nel settore edilizio spesso diretto da imprenditori senza scrupoli che preferiscono sfruttare a nero manodopera locale o immigrata a basso costo e maggiormente ricattabile. Purtroppo Gaetano non ha santi in paradiso ma speriamo possa trovare compagni su questa terra che gli siano d’aiuto.

Facciamo allora un appello innanzitutto alle istituzioni affinché possa essere preso in considerazione il caso di Gaetano Franzese per l’assegnazione di un lavoro (abitualmente riservato solo ai soliti clienti dei notabili locali) che gli possa garantire un reddito dignitoso e di una abitazione (sul territorio ci sono case sfitte da anni e case popolari occupate da famiglie legate alla camorra le quali addirittura ne possiedono più di una).

Il caso di Gaetano non è isolato e chi vive la strada conosce tante persone che si trovano nelle sue stesse condizioni, eppure non bisogna rassegnarsi a questo stato di cose. C’è tanta gente senza casa ma ci sono anche tante case senza gente. C’è tanto lavoro ma i capitalisti non vogliono distribuirlo perché non vogliono distribuire la ricchezza. Crediamo quindi che il diritto al lavoro e alla casa sia un diritto fondamentale dell’esistenza umana da garantire a tutti, italiani e immigrati. Contro la guerra tra poveri sosteniamo le nostre parole d’ordine:

La casa è un diritto. Il reddito per tutti. Lavorare meno. Lavorare tutti!

Circolo Partito della Rifondazione Comunista Marigliano

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