Al via la bonifica da amianto dell’ex stabilimento conserviero «Cirio» di Castellammare. A darne notizia è stata nelle ultime ore la «Pol. Gre. 2000 srl» di Avellino, società attualmente proprietaria degli immobili di via Traversa Mele, che ha incaricato una ditta stabiese specializzata nella rimozione di rifiuti speciali, la «Samisud srl». L’azienda incaricata provvederà a smaltire circa 7mila metri quadri di lastre di copertura in eternit, come confermato da un piano di lavoro già inoltrato al Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Na3 Sud. L’attività di bonifica era stata richiesta dal Comune con urgenza a causa del rischio per la salute pubblica. I titolari dell’ex conservificio hanno inoltre tenuto a precisare che i controlli sulle coperture in amianto di una parte del complesso sono sempre avvenuti con regolarità, ovvero ogni tre mesi, come concordato con l’Azienda Sanitaria. L’emergenza è scattata nel marzo scorso quando il forte vento ha fatto crollare uno dei capannoni della struttura. Un allarme legato perciò alle lesioni delle lastre di eternit, capaci di sprigionare le pericolose polveri cancerogene. Subito dopo sono intervenuti gli agenti del commissariato di Ps di Castellammare, coordinati dal primo dirigente Pasquale De Lorenzo e dal vicequestore Francesco Mainardi, e il personale del servizio di prevenzione dell’Asl Na3 Sud per effettuare i sopralluoghi e i rilievi di rito. Le autorità hanno poi relazionato a Palazzo Farnese sottolineando la necessità di rimuovere quanto prima i materiali nocivi per la salute. Il commissario prefettizio Rosanna Bonadies ha emanato un’ordinanza chiedendo alla Pol. Gre. di bonificare il tutto. In un primo momento, la società avellinese aveva chiesto una proroga per effettuare l’intervento, salvo poi affidare i lavori alla Samisud. La bonifica rappresenta una vera e propria svolta, in quanto lo stabilimento è considerato una bomba ecologica. Al momento, inoltre, il complesso è rientrato di forza nel dibattito politico in vista delle elezioni amministrative del maggio prossimo, con diverse polemiche riguardanti la sua futura riqualificazione. Un’area disponibile per affari immobiliari, insomma, secondo alcuni candidati.
Bisogna ricordare che il conservificio è chiuso dal 1987 quando su Castellammare si abbatté una pesante crisi industriale, dopo circa 80 anni di attività. Negli anni ’90 la zona venne inserita nel Contratto d’Area per la riconversione e il recupero funzionale delle strutture dismesse. Nel 2006, quando la riqualificazione era già rientrata nei piani del «Più Europa», lo stabilimento fu acquistato dalla Pol. Gre. 2000 il cui amministratore era Adolfo Greco, mentre a tutt’oggi il rappresentante legale della società è Pierpaolo Limone.
Se l’emergenza eternit per il complesso ex Cirio sembrerebbe risolta, lo stesso non si può dire dell’ex «Aranciata Faito» del rione Savorito. La presenza di amianto qui avrebbe fatto scattare anche un’indagine della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Al centro ci sarebbe l’intervento di pulizia scattato nel giugno del 2012 ad opera dell’«Astir», azienda pubblica regionale, alla quale la società partecipata del Comune «Multiservizi» affidò i lavori. Sotto accusa ci sarebbero i rifiuti pericolosi rimasti nel complesso e la procedura di affidamento del servizio all’Astir. La polizia provinciale di Pompei avrebbe già effettuato diversi sopralluoghi ed ascoltato i vertici di Multiservizi. Il procedimento partì con un’ordinanza dell’allora sindaco Luigi Bobbio del 7 marzo 2012, adottata nei confronti del curatore fallimentare della «F.lli De Rosa srl», società proprietaria dell’area, con la quale il primo cittadino obbligò a ripulire l’area da anni abbandonata all’incuria. Trascorso il termine assegnato Bobbio adottò il provvedimento consequenziale disponendo l’accesso dei tecnici ai locali della struttura di via Savorito per la rimozione dei rifiuti e la conseguente bonifica in danno della curatela fallimentare.