Un ponte d’amore tra medici e bambini. Questo è quello che l’Associazione “La Rondinella” di Scafati, presieduta dalla dott.ssa Maria Rosaria Ascione, si propone di fare: accogliere i bambini malati, avvolgendoli in un immenso, straordinario abbraccio d’amore. Trasformare la tristezza del ricovero e della malattia, in una meravigliosa esperienza di gioia e sorriso.
Quando nasce, dott.ssa Ascione, l’associazione “La Rondinella” di Scafati e qual è il suo scopo principale?
L’Associazione è nata cinque anni fa dopo un casuale incontro con una mia amica. Ho cominciato a vivere a tempo pieno quest’esperienza sentendo il bisogno, a un certo punto, di cominciare da capo. Ho messo su un gruppo di collaboratrici, disposte a donare amore e impegno per i bambini. La prima esperienza è stata quella dell’ospedale di Sarno, la prima tappa del nostro progetto, a cui sono seguite la collaborazione con l’ospedale Umberto I di Nocera. E’ stato l’inizio per la costruzione di quel ponte d’amore, così come mi piace definirlo, tra noi e i bambini che perdura tuttora. Il nostro scopo è rendere confortevole e il meno traumatico possibile l’impatto del bambino con la realtà fredda dell’ospedale. Alla base di tutto questo, c’è la piena collaborazione tra noi, il personale medico e, soprattutto, i genitori che vanno supportati nella gestione psicologica della malattia dei loro figli. Tutti i bambini hanno voglia di divertirsi, perché il nasino rosso del clown arriva ovunque, con un potere straordinario. Ciò non sarebbe possibile senza il supporto di uno staff molto professionale e preparato, composto da psicologhe e sociologhe.
Ci può dire che genere di patologie vengono curate facendo ricorso alla clown terapia?
Le patologie curate sono diverse. I bambini più provati sono quelli ammalati di tumore o di cancro, per i quali è necessario uno sforzo maggiore rispetto ad un bambino normale. La cosa stupenda è che essi vivono la malattia con tranquillità, non avendo quella consapevolezza che noi adulti abbiamo.
La clown terapia, per quanto riconosciuta dalla scienza medica ufficiale, non è ancora ben radicata sul nostro territorio, ancor meno nelle strutture ospedaliere. Come spiega questo stato di cose?
La questione è molto complessa ma solo apparentemente. Basterebbe dare al mondo delle associazioni attive nella clown terapia i mezzi economici adeguati. La nostra realtà vive esclusivamente sulle nostre forze e sul volontariato di tante persone. Tra queste voglio ricordare quella del dott. Mario Buonocore, in procinto di creare un poliambulatorio a Pagani, che ci ha messo a disposizione due locali per portare l’associazione anche in questa città. Riguardo i costi, le spese sostenute sono tra le più svariate: dalla benzina per raggiungere gli ospedali ai pastelli o i libri di favole per i bambini. Le istituzioni dovrebbero aprire gli occhi sul mondo della clown terapia, dal momento che essa riguarda i bambini e, di riflesso, le famiglie. In Italia, purtroppo, la burocrazia rallenta la concessione di fondi, dai quali potremmo avere un aiuto per noi indispensabile.
In conclusione, ritiene che il progetto dell’associazione di cui lei è presidente, possa costituire un punto di inizio concreto per la diffusione e la sensibilizzazione nei confronti di questa modalità di cure?
Assolutamente sì. C’è voglia e tantissima determinazione, nonostante siamo privi di appoggio da parte delle istituzioni e del mondo politico. Questo inizialmente mi ha spaventata, perché temevo che questo progetto potesse dissolversi nel nulla. Ma con la forza di volontà di amici e collaboratori, non sono più sola. La mia associazione sta crescendo e crescerà ancora di più. Per questo motivo, posso dire oggi che non ho da dire grazie a nessuno. Basti pensare che con i tanti sacrifici fatti in questi anni siamo diventati una Onlus, avendo accesso, dunque, al contributo del 5xmille.
Angelo Mascolo