Pompei, protesta delle bancarelle nel giorno della Supplica. Il Comune chiede i danni d’immagine

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Di male in peggio. Oltre al danno anche la beffa. Sembrano pensarla proprio così gli ambulanti delle 18 bancarelle di souvenirs del centro storico di Pompei. E’ notizia di dominio pubblico, oramai, la decisione dell’amministrazione comunale di trasferire le stesse in altri punti della città procedendo ad una redistribuzione dei posti assegnati, che avrà una validità di dieci anni senza possibilità di eventuali cambi. I posti saranno ripartiti così: 6 per il tratto cieco di via Roma (zona Campanile), 3 per piazza Immacolata e 9 per piazza Falcone e Borsellino. E come se non bastasse gli ambulanti vedranno attribuirsi l’agognato posto a mezzo di sorteggio. Senza contare che la redistribuzione dei posti, così stabilita, è sbilanciata dal punto di vista dei potenziali guadagni. Chi otterrà l’assegnazione a piazza Immacolta, ad esempio, avrà possibilità maggiore di facili incassi. Più complicato sarà lavorare, invece, a piazza Falcone Borsellino, fuori circuito rispetto al flusso turistico della cittadina. Per tutti questi motivi gli ambulanti delle bancarelle erano scesi in piazza lo scorso 8 maggio, in occasione della Supplica, per dissentire in modo pacifico contro i provvedimenti dell’Ente comunale. Protesta, a mezzo di manifesto funebre “per morte della legalità” (vedi foto). Una manifestazione non chiassosa ma silenziosa e, forse, più assordante di mille parole. Il tutto era stato comunicato per tempo anche al Commissariato di Polizia pompeiano la cui dirigente, dott.ssa Mariarosaria Romano, aveva rilasciato l’autorizzazione necessaria per la protesta. Ma poi arriva l’ennesimo colpo di scena: il Comune di Pompei chiede i danni d’immagine. Viene da domandarsi, però, in base a quale criterio. Fino a prova contraria, l’art. 21 della Costituzione Italiana, inizia così:“tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Questo è quanto pare abbiano fatto i 18 ambulanti. Ma il Comune di Pompei avanza richieste per un alquanto improbabile danno d’immagine.

Per saperne di più, abbiamo sentito Domenico Volpe, presidente Cidec, impegnato in prima persona in questa querelle fra le storiche bancarelle e il Comune. Volpe ha dichiarato: “nei giorni scorsi è stata notificata ai 18 ambulanti del centro storico, la comunicazione che il sorteggio avrà luogo il 10 giugno, alle ore 10.00, nell’aula consiliare del Municipio. L’oggetto della lettera che abbiamo ricevuto è: deportazione di bancarelle. Tristissima espressione. Questa decisione dell’amministrazione comunale, ancora una volta, non è equa. Vale la pena informare –continua il presidente Cidec- che ad essere colpiti dal provvedimento sono solo le 18 bancarelle del centro cittadino. Ma in totale, sul tutto il territorio pompeiano, ce ne sono 74. Questo è verificabile consultanto il S.I.A.D del Comune di Pompei. In altre parole, sono stati esclusi dal sorteggio gli ambulanti di piazza Esedra e di Porta Marina. Ancora una volta- conclude Volpe- siamo di fronte ad un chiaro esempio di figli e di figliastri. Eppure le 74 bancarelle sono tutte uguali per natura giuridica.” 268798_10152800982640223_2116710247_n

Un’analisi chiara quella di Volpe che non lascia posto a dubbie interpretazioni. Con il presidente Cidec affrontiamo anche la questione del danno d’immagine che il Comune di Pompei afferma di aver subito. A tale proposito Volpe spiega: “non mi sembra che abbiamo fatto nulla che, in qualche modo, abbia potuto offendere nè il buon nome di Pompei nè i concittadini. La nostra è stata una manifestazione pacifica, comunicata alle autorità competenti per tempo e autorizzata dalle stesse. I manifesti affissi nel giorno della protesta del 8 maggio, riportavano un contenuto in linea con il nostro pensiero in merito alla situazione. Abbiamo dissentito -conclude il presidente Cidec- utilizzando gli strumenti consentiti dalla Costituzione Italaiana. Il Comune vuole i danni d’immagine? Ma da chi e, soprattutto, per cosa?”

In questa storia le somiglianze con una tragicommedia sono tante. Ed è a dir poco sfiduciante, nonchè surreale, dover prendere atto che il destino delle storiche bancarelle verrà tirato a sorte. E cosa ancor più deprorevole è constatare che la legge, in questo caso, non sarà uguale per tutti. Seguiremo da vicino i futuri sviluppi di questa faccenda. Non resta che attendere il 10 giugno prossimo, data dell’annunciato sorteggio.

Marianna Di Paolo

 

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