Pompei: successo del Forum per “Il sindaco Pescatore”

907773_10200589543854308_1459308041_n“Un messaggio d’amore, una politica che torni a parlare al cuore della gente”: questa la sintesi dell’opera di Angelo Vassallo affidata alle parole e alla testimonianza del fratello Dario, presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore. Anche Pompei è stata toccata dal racconto della vita del sindaco di Pollica grazie all’incontro organizzato del Forum delle Associazioni in collaborazione con la Fondazione Vassallo. Nel teatro della parrocchia del Ss. Salvatore, guidata da don Giuseppe Esposito, sono riecheggiate le testimonianze di chi ha conosciuto personalmente il primo cittadino cilentano: lo stesso Dario Vassallo e Carmine Cocozza, ex sindaco di Auletta e amico di Angelo.

A introdurre l’evento, moderato da Claudia Malafronte, il coordinatore del Forum delle Associazioni, Ferdinando Uliano: “Siamo qui perché crediamo che la politica debba uscire dal Palazzo e andare tra la gente. Come Angelo che prendeva il caffè con i pescatori ogni mattina alle cinque e raggiungeva le persone che non sarebbero mai andate al comune. Il Forum manterrà un contatto costante con la Fondazione Vassallo per organizzare le prossime iniziative. Purtroppo – ha concluso Uliano – devo constatare l’assenza dell’amministrazione che non ha dato neanche il patrocinio morale, richiesto da un mese, a questa iniziativa incentrata sulla trasparenza e la legalità”. All’appello mancavano, infatti, il sindaco e il rappresentante istituzionale promesso, l’assessore all’istruzione Pasquale Avino, più volte invitato.

A ricordare quanto Angelo Vassallo fosse scomodo, per questo inviso in vita prima della celebrazione post mortem, è il suo amico Carmine Cocozza, citato da Saviano nella «Bellezza e l’inferno»: “Angelo dava fastidio perché leggeva le carte, per questo non lo hanno nominato assessore provinciale. Era come il nostro conterraneo Vico che nelle traversie vedeva delle opportunità. Concepiva la politica in modo diverso. Tesseva il dialogo, apriva porte tra amministrazioni chiuse come feudi. Cercava di risolvere i problemi delle persone vessate dalla burocrazia. Prendere il caffè con loro ogni mattina era un simbolo: ascoltava da vicino la sua gente”.

Reduce da tre anni di tour a proprie spese per l’Italia e da un libro in memoria del fratello scomparso («Il sindaco pescatore», di Governato e Vassallo, ed. Mondadori), è Dario Vassallo a consegnarci il suo ritratto più intimo: “Angelo ha studiato dai Francescani e così ha vissuto. È entrato ricco in politica e ha venduto tutte le sue ricchezze. Il suo messaggio è di amore, non solo di legalità o ambientalismo. La politica deve tornare a parlare al cuore della gente. Angelo aveva dei sogni concreti, come strade per collegare l’interno con il mare del Cilento. A Pollica il comune dava ai meno abbienti delle case dall’affitto mensile di quaranta euro. Quando vado al Nord rimangono sbalorditi per quello che ha fatto. Nessuno conosceva questa terra, il Cilento, come nessuno conosce le bellezze che abbiamo. Perché non vogliono farcele conoscere. Come nessuno sa della morte di Jean Luc Chiappini, sindaco di un paesino di centosette persone nella Corsica, ucciso nell’indifferenza generale. Dovremmo chiederci perché c’è bisogno di uccidere un sindaco di un paese di centosette anime, perché c’è bisogno di uccidere Angelo Vassallo”.

Nonostante gli esecutori e i mandanti del suo assassinio siano ignoti, il movente dell’omicidio Vassallo è noto. Come affermò il procuratore capo della DDA di Salerno Francoi Roberti “Vassallo era un ostacolo alle attività illegali”, dallo spaccio di droga alla cementificazione selvaggia del Parco del Cilento da lui presieduto. Un ostacolo che andava eliminato come avvenne la sera del 5 settembre 2010, quando il sindaco di Pollica venne freddato in un agguato sulla strada di casa. Da allora l’esercizio necessario della memoria è affidato alla Fondazione Vassallo, alle parole di chi, come il fratello Dario e l’amico Cocozza, portano la sua testimonianza tra la gente perché non venga perduta. Dispiace la totale assenza degli amministratori della città a un evento di un tale significato simbolico e morale. Ma, forse, si può comprendere. Angelo Vassallo è stato esempio di legalità e abnegazione civile, abnegazione che ha pagato con la sua stessa vita. Un esempio con cui non è facile nè possibile confrontarsi.

Claudia Malafronte

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