Esattamente tre anni fa, era il 25 maggio del 2010, sul finire dei lavori al nuovo Teatro Grande, visitammo gli Scavi di Pompei da semplici turisti e scoprimmo che gli operai in azione utilizzavano addirittura il martello pneumatico per alcuni “restauri” nell’area archeologica. Su quei lavori sono in corso le indagini della Procura di Torre Annunziata e ci sono stati anche degli arresti: ai domiciliari è finita anche la titolare della ditta che quei lavori stava effettuando per conto della Soprintendenza.
Qualche giorno fa, sempre da turisti, abbiamo effettuato un altro giro nel sito pompeiano. Visto che l’attenzione mediatica internazionale è altissima sul Grande Progetto Pompei, che ha portato 105 milioni di euro in Soprintendenza per salvare il sito archeologico più famoso al mondo, abbiamo deciso di dare uno sguardo ad alcuni cantieri aperti. Arrivati in via dell’Abbondanza, ci siamo imbattuti in una domus nella quale è in corso un restauro. Beh, tra quei restauratori, c’è anche chi utilizza liberamente, senza supervisione, su di un muro grezzo – ma originale – un bel trapano per bucare (chissà per quale motivo) la parete. Le operazioni di foratura vanno avanti per diversi minuti, durante i quali riusciamo a fare un video e diverse foto. Le più eloquenti sono quelle che anche la pagina Stop Killing Pompeii Ruins su Facebook ha pubblicato.
Sicuramente il trapano è meno invasivo di un martello pneumatico, ma di certo non è l’attrezzo più utile per un restauratore. Questo, ne siamo certi, non è il modo più sicuro per “restaurare” una domus antica di duemila anni.
Dario Sautto