“Momenti che restano impressi nella mente” verrebbe da cantare al termine della gara di Perugia ed invece i 1.500 tifosi torresi accorsi nella città umbra non fanno altro che inneggiare ai propri beniamini. In fondo, quando Zanardo al 31’ aveva pareggiato la bella rete di Vitale, siglata un quarto d’ora prima, molti fantasmi saranno cominciati ad uscire dall’armadio corallino: Perugia era stata nefasta già nel 1994 e nel 2011. Fortuna che le maledizioni sono fatte per essere sfatate e se questo è avvenuto il merito è tutto di Sollo, Moxedano, Biagini, dei torresi doc Manzo e mister Fabiano e di tutti quelli che meritatamente erano sotto quella vecchia “maledetta” curva sud per prendersi i meritati applausi. Lo ricorda, madido di euforia, capitan Manzo: «Io ero proprio lì nello spareggio col Sora per andare in C1, dove perdemmo soli ai rigori. Da allora ho sempre sognato di vivere una giornata del genere ed è per questo che dedico la vittoria alla gente di Torre del Greco». In giornate del genere bisogna, però, pur ammettere che un pizzico di fortuna non guasta mai. La Turris ci ha insegnato d’altronde che la fortuna e la sfortuna sono solo due cieli che si toccano all’orizzonte. Già, perché se il tuo miglior uomo, Vitale, al 20’ è già costretto ad uscire (peraltro dopo aver già firmato l’1-0) qualche gesto scaramantico potrà pur partire dalla panchina. Da lì, invece – dove Fabiano non può sedere per squalifica – si alza soltanto Gasparini e sarà l’amuleto più prezioso. Sul finire del primo tempo, infatti, quando gli avversari sembrano avere il pallino del gioco ben saldo, il centrocampista argentino, lanciato da Manzo, trova un colpetto sotto sul portiere in uscita e manda le squadre all’intervallo sul 2-1 per i suoi. Quando poi Salvati – che al 65’ era subentrato all’infortunato Allocca – scarica nel sette una magistrale punizione dai venticinque metri, il credito con la sfortuna sembra essere stato finalmente chiuso. La festa può partire. E può, poi, anche continuare al Liguori, dove la squadra viene accolta, in tarda serata, da tutti quei tifosi che per un motivo o per un altro non avevano potuto partecipare alla lunga trasferta. Il presidente può così mostrare orgoglioso il primo trofeo della sua incipiente era, nonché il primo della’intera storia corallina. Gli occhi sono tutti rivolti alla coppa. L’orizzonte non guarda nessuno, tanto lo sanno tutti: avrà sicuramente i colori bianco e rosso.
Michele Di Matteo