Torre Annunziata, i ragazzi di “Ja” dipingono le rampe pedonali di corso Umberto I

municipio Torre AnnunziataMentre la politica si rintana nei palazzi del potere, battibeccando su quali siano le ragioni del fallimento del comune di Torre Annunziata, la parte viva della città si rimbocca le maniche nel tentativo di rilanciarsi. Tra gli artefici del risveglio della vecchia Oplonti, ci sono i ragazzi del gruppo autonomo “Ja” che, armati di pennelli e buona volontà, hanno portato l’azzurro del mare nel grigiore di una delle vecchie e abbandonate rampe pedonali colleganti corso Umberto I e il porto. Precedentemente, la stessa iniziativa era stata adottata dai possessori di bar e ristorante che quotidianamente facevano i conti col degrado a cui erano, e sono tutt’oggi ridotte, le zone della Torre vecchia. E non è finita; sabato uno e domenica due giugno, la città verrà invasa da scultori, installatori, writers e tanti altri artisti che, a ritmo di musica, riqualificheranno, anzi rivoluzioneranno, parte dei
quartieri storici. La due giorni d’arte e musica si concluderà col tanto atteso concerto di James Senese e Napoli Centrale. Torre Annunziata tornerà a sorridere e a risplendere, partecipando attivamente all’evento organizzato dai ragazzi di “Ja” intrattenessi,
gratuitamente, coi vari workshop previsti per la giornata. Il tutto si svolgerà tra le rampe colleganti corso Umberto con l’area
portuale cittadina, anch’essa abbandonata alle promesse di una politica sempre più lontana dalla realtà. Difatti, da Palazzo Criscuolo è arrivata solo la benedizione per l’evento, mentre tutte le spese organizzative sono state accollate dai
commercianti della zona. Torre quindi, muove i primi passi verso il cambiamento, ignorando le assordanti polemiche che affliggono e intasano le giornate nei palazzi della politica, facendo proprio un motto di Gandhi “sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il
cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Marco Seppone

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