Caserta, sequestrate 180 bufale: cinque animali affetti da brucellosi

bufaleIl Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito di un’indagine delegata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere in relazione all’accertamento della qualita’ e salubrita’ degli alimenti derivati dal latte di bufala, ha sequestrato circa 180 bufale all’interno di allevamenti del casertano. Il sequestro si e’ reso necessario a seguito della scoperta, per la prima volta, di un ingegnoso e illegale sistema di mascheramento della brucellosi. I controlli della Forestale hanno evidenziato, infatti, che i capi di bestiame sequestrati erano stati sottoposti a dosi massicce di vaccino per non far rilevare la malattia durante i controlli sanitari.Tale “accorgimento” fraudolento era ovviamente finalizzato a evitare l’abbattimento dell’animale infetto, come invece previsto dal programma europeo di eradicazione della brucellosi. Conseguenza dell’espediente utilizzato dagli allevatori e’ stata il passaggio del batterio vivo della brucella dall’animale al latte prodotto. La brucellosi normalmente viene eliminata con la pastorizzazione del latte. Il sistema ha pero’ favorito la permanenza del batterio negli allevamenti e negli altri luoghi di lavorazione del latte infetto, con conseguente pericolo di contaminazione per gli operatori che manipolano il latte prima della pastorizzazione. L’attivita’ investigativa, denominata dalla polizia giudiziaria operante “Operazione bufale sicure”, e’ stata condotta dal Comando Provinciale di Caserta e dal Nucleo Agroalimentare e Forestale di Roma.

Cinque bufale infette dopo i controlli. Cinque sono i capi di bestiame risultati affetti da brucellosi, un’antropozonosi nota anche come febbre maltese. Lo sottolineano il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Raffaella Capasso, con il pm Alessandra Converso e il comandante della Forestale, Giuseppe Vadala’, che hanno condotto l’inchiesta che ha portato al sequestro dei cinque capi e a un secondo sequestro preventivo di altri 180 presenti in due allevamenti della provincia di Caserta, a rischio brucellosi. In totale sono 800 le bufale controllate nei due allevamenti che producevano latte. I titolari delle aziende bufaline smistavano, poi, il latte infetto in un caseificio della provincia di Caserta di loro proprieta’ che rivendeva le mozzarelle con marchio Dop ottenuto dal Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Campana. Tre persone denunciate per falso, truffa e maltrattamento di animali. “Non c’e’ l’intenzione da parte nostra di creare inutili allarmismi per i consumatori – spiega Capasso – anche perche’ la brucellosi viene eliminata con la pastorizzazione del latte. Certo e’ che questi allevatori cercavano di avere un guadagno economico sia utilizzando latte delle bufale malate e sia facendole abbattere quando non erano piu’ produttive”.Controlli sui capi non ci sarebbero stati da parte dei medici incaricati oppure potrebbero essere stati fatti male. Solo grazie a un’informazione sussurrata agli uomini della Forestale sono iniziate le prime analisi con il metodo Sar che non ha rilevato anomalie. Ma un secondo esame, denominato FDC, ha evidenziato il batterio della brucellosi nelle cinque bufale. “Non ci sono mai stati, prima di ora, dei falsi negativi”, sottolinea Capasso, che ha gia’ preso contatto con il Ministero della Salute per coordinare l’azione di contrasto in un periodo in cui l’emergenza brucellosi sembrava finita.

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