Gli unici a mobilitarsi fattivamente sono stati i vertici del Club Scafati Basket, che hanno proposto una singolare iniziativa popolare, ovvero quella di opzionare un abbonamento per la prossima stagione agonistica, versando subito la metà del prezzo. «Non invochiamo alcun aiuto dal cielo, né tanto meno vogliamo piangerci addosso – ha riferito Piero Nappi, presidente del Club Scafati Basket – così abbiamo pensato di dare il nostro contributo in maniera pragmatica, sperando che tutti i tifosi, non solo quelli iscritti al nostro club, aderiscano all’iniziativa. Ma in una città di sessantamila abitanti abbiamo una presenza media (scandalosa) domenicale al PalaMangano di mille / milleduecento tifosi e, ad oggi, abbiamo avuto solo 121 adesioni: obiettivamente troppo poche».
Purtroppo, nonostante gli sforzi profusi dai supporters, non ci sono novità di rilievo e altri imprenditori locali non sembrano interessati ad investire nel basket. Lo stesso presidente Alessandro Rossano ha più volte dichiarato di voler mollare e non voler proseguire nella gestione societaria. Alcune rumors vociferavano di una cordata di imprenditori lombardi interessati all’acquisto della società, ma nulla di concreto.
Così, alla data del prossimo 10 giugno, il titolo sportivo di Legadue sarà messo ufficialmente in vendita. Proprio per questo motivo, la società ha già intessuto rapporti con altre società interessate a rientrare prepotentemente nel basket professionistico. Un contatto c’è stato anche con una nobile decaduta come Treviso, ma più concreto appare lo scambio di titolo sportivo con Trapani, reduce da una buona stagione nel campionato di Divisione Nazionale B. Sarebbe un passo indietro di ben due categorie per la società gialloblù, ma si potrebbe così puntare nuovamente alla scalata verso il professionismo, ripartendo dai giovani promettenti cestisti scafatesi (come Izzo e Matrone), con un allenatore altrettanto giovane e disposto a mettersi in gioco, con carisma e grande spirito di sacrificio. Il patron Longobardi sembrerebbe avviato verso questa soluzione e starebbe già sondando il terreno per allestire una nuova struttura societaria, nella quale non ci saranno più Giovanni Acanfora (sponsor Givova) e Alessandro Rossano (presidente), il primo perché intenzionato a restare nel mondo del professionismo, il secondo perché stanco e nauseato dall’atteggiamento remissivo dei soci e degli imprenditori locali.
Antonio Pollioso