In Italia manca il lavoro. Non c’è, non si trova, molti hanno pure rinunciato a cercarlo. Ma c’è un paradosso tutto italiano e riguarda il lavoro che c’è e nessuno intende fare. Da uno studio della Confartigianato sull’elaborazione dei dati del Rapporto 2010 Excelsior-Unioncamere risultano 150.000 posizioni lavorative che le imprese non riescono a coprire. Ci sarà di sicuro un difetto di informazione e di formazione ma anche una mentalità, dura a morire, che incatena le aspettative lavorative dei giovani ad una sedia e ad una scrivania in un comodo ufficio.
Lasciando così scoperti, a fronte di circa 550.000 nuove assunzioni, l’83% dei 1500 installatori di infissi; il 39% di panettieri artigianali, dei 1040; il 29% dei 1.750 gelatai e pasticcieri; il 20% di 2.000 sarti e tagliatori; il 14% di baristi e camerieri; il 10% dei muratori e dei macellai necessitanti alle aziende italiane. Intanto negli ultimi due anni 216.000 giovani, fra i 15 e 34 anni, hanno perso il loro posto di lavoro. Attualmente la disoccupazione giovanile, da 15 a 24 anni di età, è arrivata al 40,5%, un record a far data dal 1977.
Per chi intende lanciarsi in un progetto migratorio e volesse ottenere utili informazioni, preziosi consigli e conoscenze di esperienze vissute c’è un sito, molto accurato e seriamente gestito, da visitare assolutamente: http://www.italiansinfuga.com/.
Ma torniamo a casa nostra. Sia pure ancora per un po’. “Anthony va a Londra”. Potrebbe essere il titolo di un film, un libro o una canzone. Nella realtà è un passaggio di vita vissuta da un giovane padre di famiglia. Nato a New York, 45 anni fa, Anthony D’Amore da adolescente ritorna in Italia insieme alla famiglia, dove compie gli studi superiori. Dopo decenni di lavoro e sacrificio a stelle e strisce i suoi genitori preferiscono stabilirsi nel paese di origine, a Brusciano, con casa e pensione assicurata, il meritato riposo e la prospettiva di una serena vecchiaia circondati dai figli felicemente sposati e da vispi e simpatici nipoti. Ma il lavoro in Italia è poco. Nel Meridione scarseggia. A Brusciano è una lotteria. Per Anthony, deluso dall’eterna attesa, spesso offeso da false promesse, irritato dagli adescamenti politici di questi anni è arrivato il momento di dire basta!. Lui di madrelingua americana e di esperienze lavorative alquanto diversificate nel campo alberghiero ed artistico, di modi garbati, di ottima presenza e di onesta appartenenza familiare ha potuto permettersi con una telefonata a Londra un breve colloquio ed il suo curriculum professionale di essere ingaggiato e dover preparare la sua partenza in pochi giorni. Quello che inizia è un progetto migratorio che intende completarsi, nelle intenzioni di Anthony, per il prossimo futuro con il ricongiungimento familiare della moglie Anna e dei due loro bambini Raffaele e Umberto.
Anthony D’Amore martedì prossimo volerà da Napoli a Heatrow per giungere poi nel centro di Londra.