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Abbattimenti di alberi a Napoli: è psicosi

abbattimento albero orientale“L’ abbattimento del cedro libanese secolare, uno dei simboli di largo San Giovanni maggiore Pignatelli, luogo di ritrovo per molti giovani e studenti, fuori l’università Orientale – dichiara il responsabile regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli – ci lascia molto perplessi. Non vorremmo fosse iniziata una sorta di psicosi da albero dopo il crollo di via Aniello Falcone, dove lo schianto di un pino ha ucciso Cristina Alongi. Se la manutenzione e la potatura degli alberi fosse avvenuta negli anni regolarmente molte piante non si sarebbero mai ammalate. Inoltre in diversi casi gli abusi edilizi, la cattiva manutenzione dei marciapiedi, lo scarico nelle aiuole di acque sporche e piene di detersivi comportano il progressivo deterioramento del nostro patrimonio arboreo. Il taglio avvenuto in fretta e furia di notte ricorda quello che avvenne il 9 gennaio 1956 quando l’ allora sindaco monarchico Achille Lauro fece abbattere (nottetempo per evitare grandi polemiche che non mancarono) la doppia fila di lecci secolari, cancellando il viale centrale. E ancora perchè i residenti poi non sono stati avvisati di questo intervento? Il cedro poi era noto, ed apparteneva al patrimonio storico-naturalistico della città, da quando fu regalato dall’ambasciatore del libano all Istituto Universitario Orientale. Oggi è stato abbattuto senza preavviso e con lui scompare per sempre un pezzo importante di Napoli”. “Nessuno ci aveva informato di questa potatura – dichiara il coordinatore dell’Associazione Studentesca “Orientale ‘05” Andrea Della Monica – “Siamo tutti sotto shock. Quell’ ultracentenario Cedro Libanese per noi studenti dell’Orientale era molto più di un semplice ornamento della piazza: era una traccia tangibile della nostra identità, del nostro multiculturalismo, del nostro proiettarci dal cuore di Napoli verso orizzonti lontani”.
“Il Comune e l’Ateneo ci devono delle spiegazioni” continua Della Monica “ Perché quell’ albero è stato abbattuto? Perché, nel corso
degli anni, non è stato portato avanti un piano di salvaguardia di quello che era un simbolo della nostra comunità accademica? Perché,
sebbene tanti privati da anni si adoperavano per mantenere in vita e in salute il cedro libanese, né il Comune e né l’Università si sono
degnati di portare avanti un dialogo con gli esercenti della zona, gli studenti e i cittadini del quartiere sul futuro della pianta,
prima di abbatterla? Questa vicenda non finisce qui!”
Stasera, mercoledì 12 giugno, è stato già previsto un presidio di protesta dalle 20 in poi che culminerà con una fiaccolata alle 22 sia
per manifestare contro questo scellerato intervento che per discutere su possibili iniziative da effettuare contro il Comune.

 

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