Cocaina dalla Spagna, maxi-blitz contro il clan Di Lauro: 110 arresti. Un vigile faceva la “talpa”

carabinieri RosE’ in corso l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della procura distrettuale antimafia nei riguardi di 110 persone, gravemente indiziate dei delitti di associazione di tipo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, tentato omicidio e detenzione di armi, aggravati da finalita’ mafiosa. Al centro delle indagini, delegate ai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli, le attivita’ illecite del clan Di Lauro, con particolare riferimento a ingenti traffici di cocaina, fatta arrivare dalla Spagna, per alimentare le piazze di spaccio dell’hinterland partenopeo. Colpito dal provvedimento anche il circuito relazionale dei piu’ stretti favoreggiatori del capo clan, il latitante Marco Di Lauro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’ in procura a napoli alle 11.

Il vigile al soldo del clan. Per 200 euro a settimana ha macchiato la sua divisa di agente di polizia municipale, rivelando a due affiliati al clan Di Lauro che i carabinieri del Ros avevano installato due telecamere per riprendere tutte le fasi dello spaccio di droga. Adesso e’ indagato per corruzione in concorso con Salvatore Stornaiuolo, uno dei capipiazza della cosca di ‘Ciruzzo ‘o milionario’, cioe’ il boss Paolo Di Lauro. Il pagamento dell’assistente capo distaccato presso la Municipalita’ del rione dei Fiori, roccaforte del clan, era annotato su un block notes ritrovao il 18 giugno del 2010 a casa di Angelo Zimbetti, uno degli affiliati alla cosca. Nel febbraio del 2005 i carabinieri del Ros riuscivano a installare negli uffici del servizio amministrativo comunale di Secondigliano, una telecamere occultata all’interno di un condizionatore d’aria, che riprendeva la zona antistante il bar ‘Rispoli’, luogo abituale di ritrovo dei fedelissimi di Di Lauro. Dopo pochi giorni la telecamera fu distrutta. Da una conversazione intercettata il 24 febbraio del 2005 all’interno di un’Alfa Romeo, Antonio Buono, affiliato ai Di Lauro, raccontava alla moglie e alla figlia, di quella telecamera. Fu poi il pentito Carlo Capasso, il 23 giugno, a raccontare del ‘regalo al vigile’, perche’ ‘stipendiato’ dal clan. Aveva il compito di segnalare al clan ogni iniziativa delle forze dell’ordine. ‘L’informazione la diede direttamente al boss Giuseppe Pica il quale incarico’ Damiano Loffredo e Salvatore Stornaiuolo per la rimozione della telecamera. Gennaro il vigile fu pagato direttamente da Pica’, ha detto Carlo Capasso. Altre informazioni rese dal vigile riguardavano la rivlazione delle richieste di da anagrafici inoltrate all’ufficio municipale dalla polizia giudiziaria di alcuni affiliati. Con gratifiche ‘extra’ forniva anche certificati e false attestazioni. Infine un altro episodio riguarda lo stesso collaboratore di giustizia Carlo Capasso. ‘Gennaro il vigile’ compilo’ nel mese di maggio 2009 una documentazione falsa nella quale attestava che avrebbe operato personalmente lo sfratto della caso dello zio di Capasso, da un appartamento di edilizia popolare. Cosa che non fu mai fatta. Infine, circostanza ancora piu’ inquietante, raccontato sempre dal pentito Capasso, riguarda il ruolo del vigile infedele nella fase delle minacce del figlio di un pregiudicato assassinato al parco acquatico Magic World. “Fu ‘Gennaro il vigile’ a rintracciare il ragazzino che fu minacciato e indotto a non raccontare in aula la verita’ sull’agguato costato la vita al padre”, ha detto.

Il figlio di Ciruzzo ò milionario arrestato su nave crociera C’è anche il 19enne Raffaele Di Lauro, figlio del boss Paolo ‘Ciruzzo ‘o milionario’, tra i 110 destinatari del provvedimento cautelare emesso dai magistrati napoletani nei confronti di esponenti di spicco e affiliati alla cosca del quartiere partenopeo Scampia. Il giovane è stato catturato su una nave da crociera al largo delle coste siciliane. Raffaele Di Lauro, uno dei sette figli del capoclan in carcere in regime di 41bis, era in compagnia della fidanzata alla quale aveva regalato la vacanza da circa 10mila euro per festeggiare il compleanno. I militari dell’Arma hanno sorpreso i due mentre a bordo della nave che è stata fatta fermare nei pressi dello stretto di Messina. Al 19enne viene contestata l’associazione di tipo mafioso, reato commesso quando era minorenne. In manette anche numerosi fiancheggiatori del latitante Marco Di Lauro, altro figlio di Paolo, considerato l’attuale capo del clan. Gli arresti sono stati eseguiti sia nel capoluogo campano che in altre zone d’Italia.

Al Terzo MOndo spaccio 24 h. Il sistema architettato dal clan Di Lauro per gestire la vendita di stupefacenti all’interno del Rione dei Fiori, ribattezzato ‘Rione terzo mondo’, nel quartiere di Secondigliano a Napoli prevede ”l’alternarsi di vere e proprie ‘squadrette’ di spacciatori, in grado di assicurare la vendita anche per 24 ore consecutive. Nulla e’ lasciato al caso: ogni ‘squadretta’ fa capo ad un referente ed e’ questi che deve provvedere a consegnare gli illeciti proventi giornalieri agli uomini di fiducia di Marco Di Lauro”. E’ quanto sottolineano alla Dda nell’ambito dell’operazione che ha portato ad oltre 100 arresti

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