L’atto con cui il sindaco boschese rinuncia a guidare il paese sarebbe nelle stanze del palazzo di città. A detta di qualche dipendente comunale la dottoressa Borrelli le sue dimissioni le avrebbe presentate dopo averlo detto a denti stretti negli uffici del comune.
A monte ci sarebbe un aspro confronto con il consigliere Raffaele Di Sarno delegato allo sport sulla questione campo sportivo. Alla rinuncia alla delega da parte di Di Sarno, la fascia tricolore boschese avrebbe risposto presentando le dimissioni che manderebbero a casa tutti i consiglieri comunali. Per Di Sarno, che ha risposto alle nostre domande telefonicamente, le dimissioni sono state presentante in comune a Boscotrecase e quindi ritirabili entro venti giorni.
Al diffondersi della notizia si era fatta strada anche un’altra ipotesi che parlava di un diverbio sì duro tra sindaco e consigliere, ma per motivi alquanto diversi. Il delegato allo sport, già assessore allo sport, avrebbe minacciato le dimissioni dal consiglio comunale se non fosse stato fatto il suo nome per un posto in giunta.
In ogni caso i dirigenti comunali, come è di prassi, hanno avvisato la Prefettura, ma la cosa non impedisce al sindaco Borrelli di fare retromarsh entro i fatidici 20 giorni.
In ogni caso oggetto del contendere un impianto sportivo, quello boschese, del tutto abbandonato a se stesso. nel corso della passata amministrazione Borrelli, si decise di riqualificare l’impianto sportivo per renderlo disponibile per le tante società sportive locali che ne facevano richiesta. Sotto l’allora assessore, appunto Di Sarno, l’appalto fu affidato ad una ditta di Boscoreale che avrebbe rimettere in sesto l’impianto in quarantacinque giorni. Da allora nulla è stato però fatto, i patti non sono stati rispettati, il contratto rescisso e il campo ha subito le ulteriori ingiurie del tempo e dell’incuria.
Nelle prossime ore con gli ulteriori chiarimenti che potremo riportare sapremo anche se le dimissioni saranno definitive e quindi a quel punto si potrebbero anche prevedere i tempi tecnici per l’eventuale insediamento di un commissario prefettizio o, come quasi tutti i politici boschesi paventano, si sia trattato solo di una mossa politica del primo cittadino per serrare le fila della maggioranza.