Lino D’Angiò mattatore a Meta di Sorrento

Lino d'AngiòE’ arrivato inondando il pubblico con la sua simpatia, Lino D’Angiò da subito conquista la platea metese a piazza Vittorio Veneto. Introdotto dall’attrice Gilda Arpino sul palcoscenico il comico napoletano ha dato il meglio del suo repertorio anche all’aperto. “Edizione straNordinaria” appunto, come recita il titolo della sua trasmissione satirica.

Un mix dei personaggi più celebri del panorama napoletano, il contenuto dello show di Lino D’Angiò si è rivelato da subito di forte presa sul pubblico. Una piazza Vittorio Veneto affollata come non mai, in occasione del primo evento della rassegna estiva, patrocinata dal Comune di Meta con la collaborazione di Pro Loco, associazione commercianti del Casale e Forum dei Giovani.

«Mi avevano detto “vai a Meta perché c’è un pubblico bellissimo!” – Per me andare a Meta significa soprattutto arrivare alla meta, come nel rugby e fermarsi lì» ha detto in avvio di serata il cabarettista. Pubblico di Meta effettivamente conquistato dalle sue gag, da quella sui cartelli pazzi dei commercianti napoletani fino alle maschere del suo repertorio.

Dapprima i cantautori Peppino Di Capri, Nino D’Angelo e Mario Merola, con un omaggio a quest’ultimo condito da applauso del pubblico presente in piazza. Poi una lunga serie di sketch aperta dal collegamento video con Bruno Vespa per “Porta a porta” – come nel programma tv “Edizione straNordinaria” – a seguire con il cartomante Gennaro D’Auria, il parcheggiatore Geppino, sindaci ed ex sindaci da Bassolino alla Iervolino, da De Luca per Salerno all’attuale De Magistris per Napoli.

In chiusura l’irruzione sul palco del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, in videoconferenza dallo stadio San Paolo in compagnia del neo allenatore azzurro Rafa Benitez. L’ultima chicca di Lino D’Angiò è arrivata appunto dal riadattamento della celebre “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè, in versione calcistica, a due voci con protagonisti il patron azzurro De Laurentiis ed il tecnico spagnolo appena sbarcato all’ombra del Vesuvio.

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