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Ercolano: gli “zerozerosette cinesi” nell’area mercatale

ercolano comune

“Zerozerosette cinesi” a Ercolano. Il dato di per se singolare ha suscitato notevole interesse nell’opinione pubblica locale. Pare infatti che all’interno dell’area marcatale siano stati notati individui dagli inconfondibili tratti somatici asiatici muniti di fotocamere digitali ad alta definizione intenti a fotografare con tanto di zoom nei particolari indumenti e calzature made in Italy. Evidentemente il mercato cinese è in procinto di compiere nel vesuviano l’ennesimo salto di qualità “ copiando” rifiniture e tratteggi  nostrani. Ed è subito polemica: “Non possiamo competere – hanno precisato i commercianti – con una concorrenza sleale e incontrastabile dato l’esiguo costo sostenuto dai cinesi nella manodopera e nella distribuzione del materiale finito.  A Ercolano siamo già alla frutta sotto il profilo sia commerciale che imprenditoriale : francamente vedere stranieri “copiare” i nostri articoli per poi riprodurli e  proporli a costi irrisori umilia e vanifica i sacrifici di chi con coraggio ha deciso di rimanere e investire nell’hinterland vesuviano”.  A complicare l’emergenza sanitaria dell’area mercatale, la crisi economica in atto e la scarsa occupazione che da sempre affligge gli ercolanesi ora si aggiunge la “minaccia orientale”.  Dal palazzo di città, come sempre, tutto tace. Tanto si sa l’importante per il governo locale è non avere rogne , ovvero non creare occasioni di scandalo o peggio situazioni incresciose che potrebbero attirare l’attenzione in negativo dell’opinione pubblica. Come se a Ercolano non si fosse da tempo già toccato il fondo : in un simile stallo operativo e sociale ritenere “falsa” questa tesi equivale a mentire ad onesti contribuenti  rei solo di aver avuto fiducia nei propri rappresentanti politici. In paese ogni forza sociale “pensa a se” : lo si respira nell’aria, nella rabbia dei giovani inoccupati , nella disperazione di nuclei familiari indigenti abbandonati di fatto a se stessi. Eppure c’è chi ancora dal  palazzo di comando cittadino si “risente” nel prendere atto delle disfunzioni che compromettono notevolmente la quotidianità degli ercolanesi. Ma si sa a Ercolano “fin che la barca va” lasciala andare.

Alfonso Maria Liguori

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