Come un cherubino dall’Eden si è portato qualche canto per risvegliare in noi, pesanti corpi, il desiderio privo d’ali, e poi volare via…!”. Questa è una delle battute con cui lo scrittore russo Alexander Puskin, nella sua piccola tragedia “Mozart e Salieri” del 1830, faceva delirare il suo lacerato e roso dall’ invidia Antonio Salieri, altra grande figura di musicista eclettico del settecento europeo, vittima, nell’opera, di essere coevo di Amadeus e di vivere perciò all’ombra di un talento insormontabile. Tanta è la sofferenza, profondo è il senso di insoddisfazione di Salieri da spingerlo ad architettare il più aberrante quanto accattivante delitto di tutti i tempi, quello di Mozart. Anche lo spettacolo “Amadeus… Genio e delitto” si ispira alla fortunata tragedia, mettendo in scena la verità di sentimenti dei due musicisti in una veste ludico-noir esaltata dal tocco di un grande pianista a compendio della bellezza, della forza, dell’immortalità del genio Amadeus.
Foto delle prove generali di ieri sera (a sinistra Adelaide Oliano nei panni di Mozart e a destra Mario Riccardi che interpreta Salieri)