Castellammare di Stabia: “Rilancio, ipotesi fusione Terme-Sint”

terme di stabiaUna delle poche strade percorribili per la ripresa dello stabilimento del Solaro sarebbe, secondo i sindacati, quella della «fusione tra le società partecipate Sint e Terme di Stabia». Un’ ipotesi «non priva di insidie» che andrebbe percorsa di pari passo con la sottoscrizione di «un documento d’intesa» da parte di tutti i neoconsiglieri comunali, ai quali le organizzazioni hanno fatto gli auguri di buon lavoro, per conoscere una programmazione di rilancio. L’obiettivo sarà anche quello di far venire a galla tutti i responsabili della crisi economica e finanziaria della gestione di un patrimonio naturale unico al mondo. L’ultimo appello dei sindacati dei lavoratori di Terme di Stabia, lanciato da Filippo Criscuolo della Filcams-Cgil in rappresentanza anche di Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, è stato incentrato su tutti i punti critici che la nuova amministrazione comunale deve affrontare e sull’allarme occupazionale che ha fatto diventare Castellammare una polveriera sociale. La partecipata Terme di Stabia è attualmente chiusa con tutti i dipendenti in cassa integrazione e senza la possibilità di rinnovare i contratti ai lavoratori stagionali. Lo stabilimento è senza elettricità e guardiania ed ha subito in questi mesi innumerevoli furti e vandalismi. «Per uscire dalla crisi – ha spiegato Criscuolo – servono scelte concrete, responsabili e coraggiose. Bisogna tenere conto di un atto di indirizzo sulla ricapitalizzazione già votato in consiglio comunale (Terme, infatti, si trova da circa due anni in regime di pre-fallimento, ndr) e anche dell’ipotesi privatizzazione, il cui iter non si concluderebbe prima di diciotto mesi. La cabina di regia regionale sul lavoro non ha prodotto nulla, così come nel Bilancio 2013 dell’Ente non ci sono fondi per Terme. Non c’è più tempo: Castellammare non sopporterà la chiusura di un’altra azienda».

Francesco Ferrigno

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