Una vera e propria task force ha invaso stamattina gli Scavi di Pompei con l’arrivo di DIA, carabinieri, polizia e guardia di finanza. Dopo le polemiche con l’UNESCO, oggi nel mirino degli investigatori torna il Grande Progetto Pompei con i suoi due cantieri: la Domus del Criptoportico e quella dei Dioscuri, già oggetto di particolare attenzione per i ribassi record degli appalti. Obiettivo del blitz, la verifica del rispetto del protocollo di legalità siglato nei mesi scorsi tra Mibac e aziende appaltanti per prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata nei progetti dei 105 milioni cofinanziati dall’UE. Nel corso del sopralluogo odierno, che ripete quello dell’aprile scorso, le forze dell’ordine hanno identificato gli undici lavoratori impiegati per l’opera di restauro delle due domus romane. I controlli, da cui non sarebbe emersa nessuna anomalia, si sono protratti per l’intera mattinata, dalle 10.00 alle 14.00, ma si preannunciano approfondimenti nei prossimi giorni con il ricorso a banche dati.
Giro di vite anche sull’attività delle guide turistiche operanti a Pompei. È di stamane, infatti, la circolare della Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro indirizzata alla società “Civita Musea” (aggiudicataria dei servizi di biglietteria, ufficio informazioni e controllo accessi) e per conoscenza alla stazione locale dei carabinieri. Diventa obbligatorio per le biglietterie consegnare ad “ogni guida accreditata e per ogni singolo ingresso nel sito, un biglietto gratuito sul quale dovrà essere segnato inderogabilmente il numero di tesserino della guida”. Inoltre “l’ingresso al sito da parte della guida sarà consentito esclusivamente con il biglietto gratuito e la prescritta annotazione da parte dell’addetto alla biglietteria; tale operazione dovrà essere ripetuta ad ogni successivo passaggio”. La stessa società è tenuta ad “annotare tali passaggi, rendendoli disponibili al comando dei carabinieri del posto fisso interno agli Scavi”, note che vanno tenute in un prospetto appositamente fornito. Scopo della circolare, secondo la Soprintendente Cinquantaquattro, “migliorare l’immagine del sito anche attraverso una migliore fruizione, da parte dei visitatori, delle guide turistiche autorizzate dalla regione Campania a svolgere attività all’interno dell’area archeologica, e tenuto conto anche di quanto segnalato dal comando dei carabinieri circa l’ingresso di guide turistiche abusive, con conseguenti litigi tra operatori”. Con il provvedimento si tenta, quindi, di arginare il fenomeno delle guide non autorizzate (il termine è sottolineato nella circolare) e i continui diverbi per accaparrarsi gli attoniti turisti, contributo certo all’oscura fama di Pompei nel mondo. Senza contare, ovviamente, le conseguenze fiscali dell’atto, che garantisce i visitatori da ciceroni improvvisati e l’agenzia delle entrate da, eventuali, contribuenti poco fedeli.
Il profumo della legalità sembra aleggiare su Pompei in risposta alle stilettate dell’UNESCO su un possibile declassamento. Così, dai grandi numeri del Grande Progetto Pompei ai piccoli abusivismi quotidiani di cui vivacchia la nostra triste regione, traspare un’aria di pulizia e ordine. La speranza è che non si tratti del rigore di un giorno, ma della premessa per un agire ordinario all’insegna delle regole e della loro applicazione.
Claudia Malafronte