Scavi di Pompei:la danza degli sciacalli sulla città morente

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Gli sciacalli danzano attendendo pazienti la morte della loro preda. Anche l’antica Pompei, ferita a morte da crolli e parole, sembra la vittima designata dei feroci animali. A inaugurare la metafora è la Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro: “Gli sciacalli sono molti. Non c’ è alcun ultimatum al 31 dicembre per Pompei nel report degli ispettori dell’ Unesco e l’unica decisione sul sito archeologico potrebbe essere assunta nel 2015, all’ esito dei lavori del Grande Progetto Pompei. La scadenza del 31 dicembre 2013, – sostiene l’archeologa –  è il termine di presentazione della bozza del Piano di gestione di Pompei, al quale lavoriamo”. Di sciacalli parlano anche Cisl e Uil che con Antonio Pepe e Maria Rosa Rosa prendono le distanze: “Guarda caso i riflettori su Pompei si accendono solo quando arrivano fondi cospicui. Respingiamo al mittente anche la provocazione di Puglisi (Unesco) che ripropone la  gestione della Protezione Civile.  Sono anni che denunciamola mancanza di custodi e operai per garantirne sia la fruibilità che la sicurezza ed anche la manutenzione ordinaria”.  Sulla gestione ordinaria punta anche il ministro della cultura Massimo Bray: “Individuerò una serie di priorità, Pompei tra le prime, per cui ci saranno azioni concrete e risorse. Abbiamo bisogno di 2mila persone per la vigilanza nei nostri siti culturali. L’ultimo concorso è stato bandito nel 2008 per 400 posti: si sono presentati in 139mila, di cui l’80% laureati. Le risorse per le emergenze di Pompei, penso ai cedimenti, sono state ridotte di oltre il 58% negli ultimi cinque anni”. Per questo Bray apre agli investimenti privati, opzione apprezzata dal consigliere regionale Luciana Scalzi (PdL): “Non è più il tempo del partito della spesa che continui a imporre una linea di gestione dei beni archeologici basata sull’assistenzialismo statalista ”. Sempre dalla regione, arrivano le voci critiche del presidente Stefano Caldoro (PdL) e di Pasquale Sommese (UDC). Il governatore ha, infatti, dichiarato che “La Regione è due volte arrabbiata. Abbiamo contribuito al finanziamento del Grande Progetto Pompei. Se non marciamo tutti nella stessa direzione rischiamo di perdere una grande occasione e di ottenere un effetto boomerang”.  Di sinergia col ministero parla anche l’assessore al turismo Sommese che chiede, in tempi brevi, “l’istituzione di un tavolo per la gestione del recupero del sito. Non vorrei che, come per i rifiuti, tanti sono i responsabili e nessuno è colpevole”. Fuoco incrociato su Pompei, quindi, segno che gli appetiti si sono risvegliati. Resta da chiarire l’identità degli sciacalli. Per taluni  sono quelli che lanciano allarmi, moderni Savonarola dell’archeologia. Per altri, invece, sono quanti, chiamati a gestire Pompei, la lasciano languire in attesa che nuovi sciacalli  la consumino sino all’osso.

Claudia Malafronte

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