La proposta, che prevede la formazione di una commissione bicamerale (composta da 10 senatori e 10 deputati), si pone di raggiungere diversi obiettivi: verificare l’attuazione delle normative vigenti e le eventuali inadempienze da parte dei soggetti pubblici e privati destinatari delle stesse; verificare i comportamenti della pubblica amministrazione centrale e periferica al fine di accertare la congruità degli atti e la coerenza con la normativa vigente; verificare le modalità di gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti da parte degli enti locali e i relativi sistemi di affidamento; svolgere indagini atte a fare luce sul ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni che lo gestiscono, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, con specifico riferimento alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale; individuare le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti tra le diverse regioni del Paese e verso altre nazioni; proporre soluzioni legislative e amministrative ritenute necessarie per rendere più coordinata e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e per rimuovere le disfunzioni accertate.
«Crediamo – ha aggiunto Ragosta nel suo intervento – che sia indispensabile il lavoro della commissione per costruire un quadro puntuale e preciso della situazione, aggiornare l’attuale normativa e coordinare l’azione delle diverse articolazioni dello Stato. Il settore dei rifiuti nonché quello delle bonifiche ambientali è un vero e proprio business che attira l’attenzione delle organizzazioni criminali. La Campania, – ha ricordato – in particolare, è la regione che ha pagato il prezzo più alto per i traffici delle ecomafie e i reati ambientali. Per queste ragioni riteniamo che la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, debba continuare a verificare l’attuazione delle normative vigenti in materia di rifiuti nonché i comportamenti della pubblica amministrazione e le modalità di gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti da parte degli enti locali; indagare sul rapporto tra le organizzazioni criminali e la gestione del ciclo dei rifiuti, le cosiddette ecomafie, e più in generale sulle attività illecite collegate al settore dei rifiuti. In tale ambito – ha concluso – riveste particolare importanza l’audizione di membri del Governo, magistrati, rappresentanti degli enti locali, degli industriali e delle associazioni ambientaliste per valutare nel dettaglio la situazione nel ciclo dei rifiuti».