Il Gazzettino vesuviano | IGV

Intitolata a don Peppe Diana, ucciso dalla camorra, la sala comune Casal di Principe

Don DianaIl comune di Casal di Principe è stato commissariato un anno e mezzo fa, all’indomani dell’inchiesta che ha portato all’arresto di alcuni consiglieri e tecnici comunali. “Don Diana e’ il simbolo della lotta alla criminalita’ organizzata – ha dichiarato il prefetto Riccio all’apertura della cerimonia – e il suo insegnamento vive ancora oggi, ognuno di noi si deve assumersi la responsabilità delle proprie decisioni e deve sapere da che parte stare”. “Da oggi in poi chi entrera’ in questo luogo biblico e sarà colluso sporcherà la memoria di Don Peppe – ha spiegato Don Tonino Palmese dell’associazione Libera – se ci sono dei nemici in questa sala, la speranza e’ che giungano ad una conversione attraversandola, altrimenti non hanno alcuna speranza, c’e’ l’arresto per i collusi”. Per Donato Ceglie, procuratore generale della corte di Appello di Napoli, che in passato ha conosciuto il sacerdote di Casal di Principe, la sala consiliare è un simbolo di liberazione: “Questa terra era di camorra, ora e’ stata liberata – ha dichiarato Ceglie – gia’ in questo Don Peppino ha ottenuto una vittoria”. “Non puo’ esistere un buon cristiano se non e’ un onesto cittadino – ha poi aggiunto il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo – dobbiamo tenere sempre a mente la frase estrapolata dalla Bibbia da Don Peppino: per amore del mio popolo, non tacero'”. Dopo l’intervento dei relatori, la madre del sacerdote, la signora Iolanda, accompagnata dal figlio Emilio, ha scoperto la targa fuori alla sala, scatenando l’applauso di tutti. Presenti alla manifestazione, erano il prefetto di Caserta Carmela Pagano, vari rappresentati dell’associazione Libera, di Agrorinasce e dell’associazione Don Diana, il giudice di Cassazione Raffaello Magi e il dirigente della Dia, Maurizio Avallone, ma anche il dirigente del commissariato di Aversa, Luigi Del Gaudio e del comando territoriale dei carabinieri di Aversa, il tenente Giuseppe Fedele e il sacerdote della parrocchia di Casagiove, Don Stefano Giaquinto. Unico sindaco dell’agro aversano presente in sala, era Biagio Lusini di Teverola. Dopo la cerimonia, il corteo si è diretto sulla tomba di Don Peppino per depositare una corona di fiori

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