Si è risolta con un nulla di fatto la vertenza dello scorso 12 luglio presentata alla Regione Campania dai lavoratori di Italia srl. L’azienda di vigilanza, attiva sul territorio di Gragnano, ha infatti predisposto la mobilità di 58 dipendenti a partire dal prossimo anno. Al tavolo organizzato in Regione, il secondo dopo quello del mese di giugno, sono mancate le condizioni per la risoluzione dell’impasse, che si protrae da marzo. Complice, soprattutto, l’assenza dei proprietari del gruppo. “Alla presenza di tutte le sigle sindacali – ha spiegato il Rappresentante Aziendale UIL Florindo De Vitti – si è registrata per l’ennesima volta la latitanza dei vertici dell’azienda. Si tratta di un’assenza non solo fisica, ma anche di idee e progetti per il rilancio di Italia srl. L’azienda dovrebbe prospettare a noi lavoratori un piano di crescita e sviluppo, che al momento non esiste. La prospettiva è sul breve termine, troppo poco per garantire la giusta serenità ai lavoratori. Ad aggravare la situazione – prosegue De Vitti – è stata la proposta avanzata dai vertici dell’azienda di un piano di lavoro straordinario a costo zero. Una proposta non solo inaccettabile ma che lede sensibilmente i diritti dei lavoratori tutti”. Attualmente Italia srl ha nel proprio organico 69 dipendenti, di cui 68 operai e un dirigente. Di questi ben 58 unità – comprese in una fascia d’età tra i 35-40 anni – rischiano il licenziamento. Naturalmente, la crisi economica ha avuto una pesante incidenza, gravando sul settore della vigilanza privata: si consideri che per l’anno 2014 ben 5000 sono i lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Ma c’è dell’altro.
“Negli anni in cui la nostra azienda fatturava, conseguendo ampi margini di guadagno – prosegue con forza De Vitti – Italia srl ha garantito ai suoi dipendenti il minimo. Ora che le cose sono radicalmente cambiate, non solo lo stipendio è rimasto invariato ma si ripagano i lavoratori chiedendo loro enormi sacrifici per appianare i debiti contratti oppure, cosa ancor più grave, spedendoli in mobilità”.
Non c’è solo lo spettro del licenziamento a caratterizzare l’operato di Italia srl. E’ prassi comune a quasi tutte le aziende attive in questo settore – e non solo – avere una gestione del personale lavorativo alquanto rivedibile. Da un lato, viene incoraggiata l’assunzione di giovani, beneficiando degli sgravi fiscali previsti dalla legge; dall’altro, però, il lavoratore vicino al sospirato scatto di anzianità va incontro alla beffa della mobilità. Un po’ come un riflusso d’acqua: lavoratori giovani che entrano, vecchi lavoratori che escono, questi ultimi non più inseribili nelle logiche aziendali. Il braccio di ferro tra Italia srl e i sindacati continua, al momento senza una via d’uscita. Una soluzione che, in ogni caso, andrà trovata entro e non oltre il 29 luglio prossimo, giorno in cui è previsto in Regione un ultimo vertice tra azienda e sindacati allo scopo di scongiurare l’ennesima ondata di licenziamenti a cui questa crisi economica ci ha ormai abituato. E’ percepibile, tuttavia, un profondo senso di insicurezza tra i lavoratori di Italia srl, soprattutto se relazionato a un’attività che fa della sicurezza e delle serenità le sue componenti principali. La vicenda di quest’azienda è l’ulteriore tassello di un mosaico a tinte sempre più fosche. Di esso fanno parte l’emergenza lavoro, la disoccupazione, storie e drammi personali, assenza di dignità, stipendi risicati e tante, troppe famiglie che vivono, sospese, sull’esile filo dell’incertezza e della povertà.
Angelo Mascolo