A Napoli scoppia la protesta contro Calderoli e la Lega

da sorbillo vietato l' ingresso a calderoli.2Alla fine Calderoli ed i leghisti sono riusciti a scatenare anche la rabbia dei napoletani. A ora di pranzo la pizzeria Sorbilo ai Tribunali ha affisso un cartello all’ ingresso del locale con su scritto “in questo locale sono tutti ben accetti a partire dagli oranghi mentre a Calderoli ed alla banda dei leghisti razzisti è vietato l’ ingresso” scatenando gli applausi dei clienti e dei turisti.
“Siamo stanchi di questi personaggi – spiegano i promotori dell’iniziativa il pizzaiolo Gino Sorbilo ed il responsabile regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli – che insultano impunemente da anni i meridionali e gli immigrati. Sono Calderoli ed i leghisti a non essere ben accetti nel nostro paese non le persone come il Ministro Kyenge. Adesso dicono che hanno fatto una battuta ma noi sappiamo bene di cosa sono capaci questi personaggi che a nostro avviso rappresentano la parte peggiore del nostro paese”. “Nessuna giustificazione, nessun chiarimento, nessuna battuta – continua Borrelli – ci farà cambiare idea su Calderoli e la lega. Invece di espellere molti extracomunitari perbene dovremmo mandare via dall’ Italia i personaggi come Calderoli e Borghezio”. “Onestamente – spiega Sorbillo – non ho nessun problema a far entrare ogni tipo di animale nel mio locale. Calderoli ed i leghisti invece non sono ospiti graditi. Mi farebbe piacere invece offrire una pizza al Ministro Kyenge che sta sopportando con grande dignità e stile la deriva razzista e gli insulti dei leghisti”. “Stamattina molti ascoltatori paragonavano Calderoli ad un maiale – racconta il conduttore della radiazza Gianni Simioli – scatenando la rabbia dei consorzi della tutela dei suini che protestavano in diretta affermando che questi animali straordinari non sono neanche vagamente paragonabili all’ On. leghista. La verità è che siamo stanchi dei politici che invece di fare proposte continuano ad utilizzare l’ odio razziale e l’ offesa personale come arma politica”.

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