Istituire un Osservatorio su precarietà e lavoro sommerso: è questo l’obiettivo di Nidil-Cgil Penisola Sorrentina e della Camera del Lavoro territoriale. Un comunicato congiunto, quindi, inviato ieri a tutte le amministrazioni comunali della penisola sorrentina. “La riconquista del lavoro e della dignità di lavoratrici e lavoratori – affermano Carmine Perino, responsabile della CdLM, e Pasquale Cesarano, responsabile Nidil Penisola Sorrentina – è la nostra prima preoccupazione. Tutti gli indicatori economici parlano chiaro: anche in Penisola Sorrentina la crisi di sistema depotenzia opportunità e dequalifica risorse e territori. Città come Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense hanno tutte un Pil negativo (-2,18% è il Pil della penisola sorrentina nell’anno 2010). La penisola sorrentina, dall’inizio della crisi, ha perso oltre 100milioni di euro. Nell’epicentro della crisi, poi, vivono gli atipici, i precari, vittime sacrificali di un sistema perverso che veste da opportunità autentici rapporti di sfruttamento”. Ed allora, secondo i due sindacalisti “non si può più attendere, bisogna affrontare urgentemente il tema del lavoro precario e del lavoro nero”. In che modo? Recuperando le proposte contenute all’interno del Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil e tentando di territorializzare quelle indicazioni: “Occorre sviluppare azioni volte alla ‘destagionalizzazione’ dei flussi turistici ed al contempo soffermarsi non solo sulla quantità di lavoro, ma anche sulla qualità del lavoro, eliminando ad esempio i soliti contratti di stage e puntando su formule contrattuali più stabili. Ancora, va valorizzato il settore agricolo, perché i produttori locali non possono sopravvivere solo grazie agli incentivi governativi. Viceversa bisogna spingere verso un mercato a km 0, al posto di quello attuale all’ingrosso. In ultimo, al fine di allargare l’offerta, è indispensabile superare gli approcci frammentari: cultura, agricoltura, enogastronomia sono elementi in grado di alimentare la ricettività turistica”. Percorsi, idee che Nidil e Cgil Penisola Sorrentina mettono in campo per “fermare la piaga del lavoro nero e precario e rimettere al centro la qualificazione del lavoro e la dignità di lavoratrici e lavoratori”. Proposte che il sindacato intende discutere con tutti quei soggetti che, a vario titolo, vivono e prestano il proprio servizio sul territorio: “È importante che si avvii, congiuntamente alle Istituzioni ed a tutte le forze sociali, un percorso per favorire l’emersione alla legalità di segmenti non secondari dell’economia locale. L’insediamento di un Osservatorio permanente sul fenomeno della precarietà e del lavoro sommerso potrebbe costituire un primo importante passo al fine di distribuite meglio le opportunità e le ricchezze che questo territorio offre. Le indicazioni che intendiamo dare – concludono Perino e Cesarano – sono poche ma significative: bisogna alimentare la cultura della legalità, informare lavoratrici e lavoratori sui loro diritti attraverso Corsi di formazione/informazione finalizzati all’arricchimento culturale e tecnico dei concorsisti; sul piano repressivo, intensificare i controlli al fine di stimolare, attraverso la sottoscrizione di Protocolli d’intesa e task force, un lavoro sinergico tra Comune, Organi ispettivi e Forze dell’ordine; tramite l’accesso a fondi europei, nazionali, regionali, favorire l’emersione alla legalità delle aziende del comprensorio ed istituire un marchio di qualità per quelle realtà che rispettano i contratti collettivi nazionali e le norme di legge”.