Si avvia alla conclusione la campagna di scavo estiva 2013 dell’Apolline Project alla villa romana con terme di Pollena Trocchia. Hanno preso parte agli scavi circa 150 studenti provenienti dalle principali università della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, ma anche dall’Irlanda, dalla Francia, dalla Spagna, dal Brasile e dall’Australia che sono stati ospiti del Comune di Pollena Trocchia presso il Palazzo Cappabianca. Per due mesi interi gli archeologi hanno riportato in luce resti unici, testimonianza della rinascita che avvenne alle falde del Vesuvio dopo l’eruzione che seppellì Pompei: la campagna 2013 ha riscritto preziose pagine di storia antica nel periodo conclusivo dell’Impero Romano. Stanze decorate con affreschi e mosaici, oggetti della vita quotidiana interrotta dall’eruzione del Vesuvio nel 472 d.C. Quest’anno un ruolo predominante è stato svolto anche dai giovani restauratori dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. A dirigere il gruppo la restauratrice Jessica Scarpelli: “L’attività di restauro dei mosaici e degli affreschi che stiamo portando avanti a Pollena Trocchia è una chiara prova di come sia possibile migliorare le condizioni dei siti archeologici in area vesuviana senza ricorrere a enormi progetti dello Stato centrale, è sufficiente il supporto dell’Amministrazione locale ed avere tanto entusiasmo. La Campania è ricchissima di monumenti storici e siti archeologici, che non godono della stessa attenzione e dei finanziamenti previsti per Pompei ed Ercolano. Il compito di archeologi, restauratori, e soprattutto delle amministrazioni locali, deve essere di restaurare e valorizzare questo enorme patrimonio, che solo in questo modo può diventare il motore culturale della popolazione tutta, non solo dei turisti”. Girolamo De Simone, direttore dell’Apolline Project e vincitore per questo progetto – assieme al sindaco di Pollena Trocchia Francesco Pinto – dell’European Archaeological Heritage Prize 2011 riassume il lavoro svolto dal 2007. “Lavoriamo sul sito di Pollena Trocchia per ridarlo alla collettività. Esso fu in parte distrutto al momento della scoperta nel 1988, poi divenne una discarica abusiva, per poi essere dimenticato. Con tanto impegno e pochi fondi lottiamo costantemente per dare dignità a questo e ad altri siti minori della Campania. L’attenzione di Ministri e benefattori milionari, dal 1700 ad oggi, è sempre stata per Pompei ed Ercolano; il nostro modello è alternativo a quelli, poiché chiede l’interesse ed il supporto della comunità locale. Crediamo che tutti i siti archeologici in Campania debbano godere della stessa dignità e si debba riportarli in luce e restaurarli per ridarli alla collettività. La comunità accademica internazionale ci supporta e giovani archeologi da tutto il mondo ci aiutano costantemente a rendere più bella e civile la nostra terra, che solo grazie al potenziamento di siti minori come questo potrebbe realmente creati percorsi turistici alternativi e sostenibili”. Soddisfazione e ancora tanto impegno da parte dell’amministrazione comunale. “Siamo convinti che benché tra enormi difficoltà stiamo procedendo nel giusto solco – commenta il sindaco Francesco Pinto – L’intesa raggiunta con l’Apolline Project è testimonianza che anche gli Enti locali possono incidere in fatto di ricerca e a favore del recupero di beni di inestimabile valore storico-artistico”.