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Scafati, una tartaruga vive in un torrente del fiume Sarno

tartarugaDalle ore 14 alle 18 di mercoledì scorso via Oberdan a Scafati è presa di mira da curiosi e passanti che si fermano per guardare cosa stia accadendo nel torrente Cavaiola, un corso d’acqua che più avanti confluisce nel fiume Sarno.
Una tartaruga acquatica molto probabilmente appartenente alla specie “Trachemys Scripta Venusta” è intenta a prendere il sole sugli ammassi di alghe, tronchi e rifiuti al centro del corso d’acqua. L’esemplare di tartaruga in questione misura circa 45 cm (di solito soltanto le femmine arrivano a raggiungere tale dimensione), non è originario del nostro continente ma proviene dal continente americano dove si nutre di piccoli pesci, crostacei e piante acquatiche. Animali del genere non sono pericolosi per l’uomo, in quanto sono facilmente reperibili baby trachemys in negozi specializzati in acquariologia e vendita di animali per prezzi che di solito non superano i 15 euro. purtroppo in pochi sanno che le tartarughine acquistate dai rivenditori, dopo pochi anni hanno bisogno di spazi molto più grandi e che crescono piuttosto rapidamente spingendo spesso chi le possiede e cederle o ad abbandonarle. Anche il caso della tartaruga nel tratto del fiume Sarno a Scafati forse si tratta di un caso di abbandono probabilmente dovuto alle vacanze estive e a nulla sono valsi gli interventi di soccorso prestati dai carabinieri, dalle cuardie ambientali, dalla protezione civile, dai vigili del fuoco e dal corpo forestale dello stato. Proprio questi ultimi hanno più volte provato a recuperare l’animale nell’acqua inquinata calandosi nel corso d’acqua tramite l’ausilio di una scala, ma ogni tentativo di salvataggio è fallito concludendosi con una rapida discesa della tartaruga sul fondale.
L’animale di solito ama prendere il sole in prossimità della superficie dell’acqua ma percependo la presenza dei soccorritori e della numerosa schiera di curiosi che continuava ad aumentare, ha preferito continuare a nascondersi impedendo la sua cattura.
I tentativi di recupero sono stati quindi abbandonati dato che la tartaruga sembrava di ottima salute, purtroppo il rischio maggiore per la vita dell’animale ci sarà tra qualche settimana quando le numerose fabbriche conserviere sverseranno intensivamente materiali di scarto che renderanno praticamente invivibile per qualsiasi essere quel corso d’acqua. Gli appelli contro l’abbandono degli animali non sono mai abbastanza nel periodo estivo e, quando si tratta di animali esotici il rischio è doppio infatti, oltre a mettere a repentaglio la vita degli esseri viventi abbandonati, a soffrire è l’ambiente e l’ecosistema dato che non vi sono predatori capaci di eliminare le specie estranee che prosperano quasi indisturbate.
Raffaele Cirillo

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