Estate “no” sotto il profilo sociale ed economico per Ercolano

ercolano comuneEstate “no” sotto il profilo sociale ed  economico per Ercolano. Mentre il mondo politico si affanna a promuovere iniziative più o meno “riciclate” che ormai non convincono più nessuno la città annega in un oceano di disservizi e disfunzioni istituzionali senza precedenti. Dalla viabilità perennemente in tilt alle barriere architettoniche sparse un po’ ovunque in paese a Ercolano si vegeta senza la minima speranza di modificare un andazzo gestionale che  a livello comunale rasenta ormai l’osceno. Troppi i proclami balconistici, i blitz vistosi ma sporadici della Polizia Locale all’interno dell’area marcatale e delle principali arterie cittadine per dare un’idea di continuità ai cittadini.  Furti e rapine , spesso non denunciati per omertà, sono ormai all’ordine del giorno soprattutto nelle zone periferiche di una comunità stanca e scettica nei confronti della classe dirigente comunale  che appare immobile e impacciata nei confronti di priorità quotidiane mai affrontate in modo “concreto”.  In questo marasma esplode sinistra la guerra “tra poveri”, ovvero tra attività commerciali dello stesso  genere sorte una  a ridosso  dell’altra neanche si fosse in una località di punta della costa azzurra . Ai turisti non sfugge l’approssimazione  di un’industria ricettiva mai stata all’altezza del ruolo a Ercolano. I politici parlano, discutono, propongono inutili iniziative mentre la città agonizza. Come si possa negare un simile triste dato dal  palazzo di città è  questione incomprensibile. Gli onesti contribuenti faticano a mettere insieme pranzo e cena, si industriano  per sbarcare il lunario data la forte recessione economica in atto mentre buona parte degli amministratori ercolanesi  si “gode l’estate” attendendo settembre  per poter poi guadagnare nuovamente tempo e rimandare i lavori a “dopo Natale”. Tra un dopo e l’altro nel corso degli anni questa  colposa mentalità ha distrutto la credibilità e l’immagine di un territorio che vanta duemila anni di storia, di un presepe vesuviano bellissimo  pieno però di pastori “incapaci”.
Alfonso Maria Liguori
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