«Ho chiesto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, con un’interrogazione con richiesta di risposta scritta, se il Governo non intenda verificare, anche per tramite del Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario, se esista la possibilità di una compromissione dei livelli essenziali di assistenza nel territorio a seguito della chiusura dell’ospedale di Agropoli, con conseguente grave pericolo per la salute delle persone». Lo dichiara l’on. Edmondo Cirielli, deputato di “Fratelli d’Italia”, componente dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio.
«La soppressione del presidio ospedaliero – spiega – appare oltremodo discutibile, non solo perché attua misure normative che non hanno tenuto conto della specificità del territorio, ma anche perché, lungi dall’attuare una misura di razionalizzazione della spesa sanitaria, colpisce paradossalmente una struttura di recente apertura, inaugurata soltanto nel 2004, costata decine di milioni di euro e da tutti apprezzata per la capacità tecnica delle attrezzature».
L’onorevole Cirielli ripercorre la storia del nosocomio di Agropoli, dalla sua inaugurazione al decreto 49 del 2010 “predisposto dal commissario Zuccatelli mentre la Regione era governata dal Pd” e che “prevedeva la riconversione del presidio ospedaliero in Psaut”, fino “alle scellerate decisioni del Governo Monti sul mancato trasferimento dei fondi sanitari alla Regione Campania con la sottrazione di ben 28 milioni di euro all’ASL di Salerno per coprire i debiti dell’ASL Napoli 1” e “alle polemiche sollevate in questi mesi dall’Atto aziendale, mero strumento di attuazione di decisioni assunte in passato e contenute nel decreto 49”.
«Ritengo – conclude Cirielli – che i consiglieri regionali dovrebbero assumersi la responsabilità di portare la problematica in Consiglio regionale per porre rimedio a questo disastro e proporre la permanenza del presidio nella rete dell’emergenza. L’unico modo per ridare fiducia e certezza ai diritti dei cittadini dei territori interessati dal processo di riorganizzazione dei presidi ospedalieri è quella di consentire la modifica del decreto 49/2010, recuperando una condizione di equità e giustizia che tenga conto delle diversità dei territori di riferimento, come del resto hanno fatto – con esiti positivi – i territori di S. Angelo dei Lombardi, Torre del Greco e da alcuni giorni quello di Casoria».