Pompei, Lo Sapio: “Poca chiarezza sul Puc e maggioranza consiliare dormiente”

Nuove ombre si allungano sul palazzo comunale pompeiano. E sembrano avvolgere anche il Puc (Piano Urbanistico Comunale). Dopo il blocco delle varianti e la redazione del piano urbanistico rimandata (non si sa a quando), montano le polemiche in città. In occasione dell’incontro del 24 luglio scorso fra ente comunale ed associazioni di categoria, si sarebbe dovuto discutere degli interventi da inserire nel Puc. Ma invece nulla di fatto. In tanti disertarono l’aula. Eccezion fatta per l’Ascom, le altre sigle non si presentarono all’incontro. E viene da chiedersi il perLo Sapiochè. La risposta è semplice. Il comune avrebbe dovuto fornire alle associazioni di riferimento i prospetti provvisori del Puc dal mese di gennaio 2013. Tanto tempo è trascorso senza avere un minimo chiarimento in merito alla questione. Il tema è complesso perchè dagli interventi che verranno inseriti nel Puc potrebbe ripartire lo sviluppo della città. Ma il silenzio, quando si protrae con sorda ostinazione infastidice e a tratti indigna. E debbono averla pensata così molte associazioni di categoria che non si presentarono all’appuntamento del 24 luglio. Con questa decisione, declinavano l’invito a sedersi ad una tavola rotonda per discutere probabilmente di interventi già decisi dalla giunta comunale targata D’Alessio ma non condivisi.

In merito alla questione si è espresso Carmine Lo Sapio, dirigente provinciale del Pd. Due gli argomenti discussi: i dubbi che gravano come una scure sul Puc e la maggioranza comunale che appare inerme e dorminete. Lo Sapio apre il discorso dichiarando: “La faccenda del Puc è avvolta da troppe ombre. Come al solito dall’amministrazione comunale tardano ad arrivare risposte chiare. Il Puc è uno strumento di gestione del territorio di fondamentale importanza per lo sviluppo di una città. E nel caso di Pompei esso potrebbe determinarne il rilancio economico”. “Ecco perchè -continua il dirigente del Pd- è impensabile che nel tempo non si sia lavorato per creare un dialogo serio e costruttivo con le associazioni di categoria ma anche con le altre istituzioni presenti sulla città”. “Non dimentichiamo che a Pompei -insiste Lo Sapio- c’è il pontifico Santuario che possiede diversi immobili dislocati su più aree del territorio cittadino. Sarebbe interessante capire se ad esempio l’amministrazione comunale, nel suo lavoro di definizione degli interventi urbanistici da inserire nel Puc, preveda di coinvolgere anche il Vescovo per sondarne eventuali disponibilità a collaborare per lo sviluppo della città”. “Quando si parla di Puc, la parola d’ordine è coinvolgimento. E questo non sta avvenendo a Pompei. COMUNE-PIAZZA POMPEI[1]_Public_Notizie_270_470_3Le associazioni si sentono tagliate fuori e questa non è una buna premessa per l’individuazione di obiettivi condivisibili. E inoltre sono stati incaricati diversi tecnici dalle associazioni di categoria per analizzare le piantine degli interventi che dovrebbero essere inclusi nel Puc”. “Molti esperti e professionisti qualificati -continua Lo Sapio concludendo-  si sono trovati in netto disaccordo con i progetti sostenuti dalla giunta comunale. E c’è addirittura qualcuno che giudica il Puc, così come è stato presentato, come illeggittimo. Tutto ciò impone una riflessione seria. La’mministrazione comunale non può più agire nella sua più totale e arrogante autonomia. C’è bisogno di un confronto democratico fra le parti, di ampio respiro”.

Ma il dirigente del Pd ne ha anche per la maggioranza consiliare e non le manda certo a dire. A tal proposito Lo Sapio ha affermato: “E’ arrivato il momento per i consiglieri comunali di maggioranza di indurre il sindaco ad un atteggiamento di maggiore riflessione. Puntualmente, nel corso dei consigli comunali, dalla maggioranza si alzano mani che votano per approvare”. “Sono per lo più bocche che non parlano ma che però alzano la mano, votano, contribuiscono all’approvazione e, in molti casi allo sfacelo”. “A questi consiglieri – conclude Lo Sapio- dico di assumere un atteggiamento critico e di abbandonare quello del cavalier servente”. “Per Pompei c’è bisogno di altro, di un modo diverso di fare politica. E tutto parte dal coinvolgimento dell’elettorato e di tutte le istituzioni presenti sul territorio della nostra città”.

Marianna Di Paolo

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