“Devo prendere atto che molti non hanno lo stesso mio modo di sentire e, quindi, con la presente, dopo attenta riflessione, formalmente rassegno le mie irrevocabili dimissioni da sindaco di Torre del Greco, dal momento che l’onore, il senso del dovere e della legalità non possono essere scalfiti da quanti la pensano diversamente da chi, come me, non è ancorato alla poltrona e non si aspettava, ne’ mai ha ritenuto di dovere avere, premi o prebende e che ha avuto a cuore, esclusivamente, il senso del dovere e dell’impegno, profuso, sino ad ieri, in larghissima misura”.
Così, con una lettera di tre pagine, che il primo cittadino corallino ha indirizzato al presidente del consiglio comunale e al segretario generale di Palazzo Baronale, sono state presentate le dimissioni di Gennaro Malinconico che da oggi fanno partire una crisi amministrativa a Torre del Greco che sembra definitiva.
Cinque mesi fa, Malinconico aveva protocollato dalle dimissioni “finte”, atte a richiamare gli alleati ad una rinnovata compattezza. Questa volta, le dimissioni sembrano proprio “vere” e irrevocabili.
Diversi i fattori che hanno pressato sull’azione amministrativa del penalista torrese. Dalla grave emergenza rifiuti, che ha accompagnato tutta la parentesi amministrativa di Malinconico, ai mal di pancia in giunta e soprattutto interni all’Udc.
Il sindaco del rinnovamento acclamato nel maggio dello scorso anno molla definitivamente la guida di Torre del Greco confermando che la sua amministrazione paga debiti causati da “scelte improvvide di altri”.
“Sfido chiunque – continua il sindaco dimissionario – a portarmi un altro caso dove, in poco più di un anno, si sono avvicendate tre ditte, sei ricorsi al Tar nonché un’autentica guerra legale su capitolati da tutti ritenuti non adeguati. Abbiamo dovuto affrontare battaglie campali, la crisi, il fallimento di due compagnie di navigazione, gli abbattimenti, la sanità”.
“La seduta del Consiglio comunale conclusasi all’1.30 di ieri e in particolare l’intervento di un capogruppo della maggioranza, che non ho condiviso e apprezzato e che ha riscosso, invece, gli applausi di alcuni, per il vero pochi, concittadini presenti in aula, nonchè dell’opposizione, la quale si è vista, così, aprire, non son certo se sorprendendosene, un’insperata breccia alle sue argomentazioni-teorie, mi ha ancora una volta, così come avviene ormai da tempo, non poco amareggiato. Mi si perdoni la franchezza – spiega il sindaco dimissionario – In questa fase di profondo travaglio e di crisi della nostra città, non si sente il bisogno che pezzi della mia coalizione, che ha assunto di volere il cambiamento del modo di fare politica e il rispetto delle regole si qualifichino come maggioranza critica ed operino dei distinguo, ma, al contrario, ci si dovrebbe augurare coesione e coerenza politica”.
Stanco, quindi, di sentirsi tradito per l’ennesima volta. Questa la goccia che ha colmato l’esperienza amministrativa del sindaco dimissionario. “Ci si poteva aspettare persino dall’opposizione lealtà e buona fede – prosegue l’avvocato Malinconico – La nostra è stata un’amministrazione che ha fatto della legalità la propria bandiera alla quale si potrebbe addebitare delle incertezze e dei ritardi che non giustificano, comunque, prese di posizioni ed attacchi ad personam”.