Crolli anche ad agosto a Pompei. Non sono stati i temporali estivi a determinare un ulteriore sgretolamento delle rovine romane, se è vero che il cedimento è avvenuto nel pomeriggio del 30 luglio scorso. Segnalato da un custode di ronda nella zona, l’episodio è stato reso noto solo ieri. A sbriciolarsi stavolta è la vasca di una fullonica, antica lavanderia – tintoria, lungo via Nola, nell’area settentrionale del sito. Pronto l’intervento dei restauratori della soprintendenza sul posto, attualmente transennato per motivi di sicurezza. Pompei ancora nell’occhio del ciclone, quindi, col ministro della cultura Massimo Bray che, poco prima della diffusione della notizia, aveva affidato ai microfoni di Rai Radio 1 il suo energico commento sulla città sepolta: “Gli Scavi pompeiani rappresentano il simbolo di una sfida che dobbiamo vincere, anche nei confronti dell’Europa che ha partecipato al contributo per valorizzare quest’area archeologica unica nel mondo”. Parole che oggi, alla luce di un nuovo crollo, sembrano quasi incredibili, come se un dio capriccioso non smettesse di accanirsi sulla città. Perchè al netto di dichiarazioni, progetti e decreti Pompei non smette di crollare.
Claudia Malafronte