Pignataro Maggiore non è solo la Svizzera della camorra

pignataroVorrei raccontare la mia esperienza di vita in un ameno Comune casertano ingiustamente definito la “Svizzera della camorra”. Mi riferisco a Pignataro Maggiore, comune ubicato sulla via Casilina, poco distante da Capua e situato ai piedi del monte Maggiore. Figlio di un tutore dell’ordine, ho vissuto in quel Comune circa 10 anni, trascorrendo gli anni più belli della mia vita, quelli che dall’adolescenza portano alla gioventù. Inutile dire che è stata un’esperienza stupenda, ricordi indelebili che porto tuttora nel cuore, primi amori e soprattutto amicizie sincere che durano nel tempo. Ho conosciuto una comunità sana, colta, persone leali e dirette che incontro tuttora con affetto sebbene non viva più da anni in quel Comune, perché il lavoro mi ha portato lontano da quei luoghi. Con qualche pignatarese sono tuttora in contatto e fa piacere apprendere notizie di vecchi amici o semplici vicende locali. Qualche cronista però, nel corso degli anni, ha definito Pignataro Maggiore la “Svizzera della camorra”, estremamente ingeneroso per la comunità. Poche decine di malavitosi, nessuno del luogo, provenienti dal napoletano, insediati anni or sono nelle campagne tra la via Casilina e l’Appia, seppur in agro pignatarese, non possono inficiare l’immagine di una comunità sana e laboriosa. Pur non entrando nel merito di vicende giudiziarie che non ci appartengono e senza peraltro disconoscere il lavoro di valenti magistrati campani, mi permetto solo di affermare – per quella che è stata la mia esperienza di vita a Pignataro Maggiore – che il Comune non merita di essere associato a vicende lontane anni luce dalla sua storia e cultura. Un paese che annovera, tra i sui illustri concittadini, alti prelati, storici, poeti, scrittori ed allo stato professionisti di rango, ufficiali superiori di varie Armi, presidi e docenti di istituti superiori, deve essere tenuto lontano da certi cliché e stereotipi. Chi ha coniato quella definizione è stato estremamente ingeneroso nei riguardi della comunità e non ha saputo o voluto discernere certe vicende dalla vita reale del paese. Pignataro Maggiore non è la “Svizzera della camorra” e chi, come me, lo ha conosciuto bene non lo ha mai ritenuto tale.

Annibale Nuovanno

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