La questione ambientale prima di tutto. Essa dovrebbe essere messa come prima voce nell’agenda di questa amministrazione. Invece viene costantemente dimenticata.
I segnali di protesta e i veri problemi iniziarono a manifestarsi già con la prima giunta Aliberti. La battaglia all’epoca la condussero la Federazione della Sinistra e Sel che assieme a molti cittadini più volte chiesero spiegazioni su un “mostro ecologico” presso la zona cimiteriale di Scafati organizzando anche una raccolta firme per farlo spostare.
E il comune?
Sordo, insensibile, assolutamente inadempiente.
“La questione ambientale a Scafati torna alla ribalta con l’inoltrarsi della stagione estiva e con una gestione del sito di stoccaggio che già qualche anno fa provvedemmo a denunciare per una serie di potenziali anomalie dovute al presunto smaltimento della frazione organica oltre che all’indifferenziato, come l’acse invece ci rassicurò in una relazione che non tardammo a richiedere” ha così tuonato Francesco Carotenuto portavoce di Scafati Arancione.
Ritorniamo a dubitare fortemente se quel sito di stoccaggio sia davvero tale o sia diventato una vera e propria discarica in un centro abitato, perchè se cosi fosse, è evidente che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio scempio ambientale e sanitario che incide sulla salute dei nostri concittadini oltre che all’ambiente circostante.
Come è noto, dopo essere stati contattati da tanti residenti di quella zona, ci impegnammo, già nel 2011, con una serie di proposte e battaglie oltre ad un sopralluogo effettuato con alcuni tecnici dell’acse per verificare lo stato del sito. Per un periodo il problema sembrò rientrare, ma la situazione attuale è drammatica.
Provvederemo, nelle prossime ore, a richiedere una nuova relazione all’amministrazione e alle società competenti, affinchè spieghino nel dettaglio la gestione e la tenuta del sito di stoccaggio. I concittadini che vivono in quelle zone non possono continuare a pagare una Tarsu salata e poi vivere in una situazione ai limiti della sopportazione”.
Aniello Danilo Memoli